Addio al “doppio vincolo” paesaggistico sugli interventi selvicolturali
Approvato l'emendamento che toglie il doppio vincolo ai boschi che ricadono in aree di interesse...
Sintomi di Neonectria neomacrospora su fronda di Abies nebrodensis.
di Luisa Ghelardini e Paolo Capretti
Una nuova e grave malattia causata da un fungo di incerta origine ha colpito negli ultimi anni vivai e giovani piantagioni di abeti, in particolare per alberi di Natale, dall’Europa settentrionale fino ai Pirenei nella Francia meridionale. Il patogeno suscita preoccupazione per il potenziale impatto sul vivaismo forestale e quindi è stato oggetto di allerta dell’Organizzazione intergovernativa per la protezione delle piante in Europa e nella Regione mediterranea (EPPO).
Sulla corteccia dei rami si formano aree depresse di tessuti uccisi dal fungo (cancri) che causano disseccamento di germogli, rametti, parti terminali dei rami e caduta di aghi. Muoiono ampie parti della chioma e l’intera pianta. Le piante infette emettono flussi abbondanti di resina. I sintomi generici (disseccamenti e perdita di aghi) possono essere confusi con la carenza idrica. In ambienti umidi, sulle parti basse della chioma, sul fusto o sul legno morto, possono comparire i caratteristici corpi fruttiferi sessuati (periteci) piccoli e globosi di colore rosso vivo. Altre foto utili alla diagnosi sono visionabili nell'opuscolo illustrativo dell'organizzazione britannica per la ricerca in campo forestale Forest Reseach.
Periteci di Neonectria neomacrospora su rametto morto di Abies sp.
È possibile che il patogeno sia presente in Italia, ma non sia stato riconosciuto e segnalato.
Per la diagnosi esiste un test molecolare specifico di real-time PCR (Nielsen et al. 2019) che si può richiedere ai laboratori fitosanitari regionali o a privati che fanno analisi diagnostiche avanzate.
L’ascomicete Neonectria neomacrospora causa disseccamenti su Abies.
Rametto malato di Abies lasiocarpa
È nativo in USA e Canada ed oggi presente anche in diversi Paesi europei. Le rare segnalazioni storiche non indicano che in passato, in Europa, fosse un patogeno aggressivo. Non è chiaro se i gravi danni recenti che si sono manifestati in particolare in Danimarca e Norvegia siano dovuti a nuove introduzioni o al cambiamento del clima verso inverni meno rigidi e estati più piovose. Il ciclo biologico è poco noto, ma si ritiene che condizioni termiche miti ed elevata umidità favoriscano le fasi di sporulazione, dispersione dell’inoculo e infezione. Se c’è umidità può produrre picnidi contenenti spore asessuate (conidi) che si diffondono con la pioggia sulle piante vicine. Più raramente produce spore sessuate (ascospore), in fruttificazioni rosse e globose sui rami morti, che diffondono l’inoculo a distanza. I coleotteri corticicoli potrebbero essere vettori e attacchi di adelgidi aggravare la malattia.
Sebbene sia spesso descritto come un patogeno che causa danni modesti, la EPPO ha espresso la sua preoccupazione in particolare per il potenziale impatto economico nel settore vivaistico. Infatti recentemente ha causato disseccamenti gravi e morte di piante in specie di abeti per lo più esotici, per uso ornamentale e per alberi di Natale, ma anche danni in foresta su abete bianco in Danimarca, Scandinavia, Regno Unito, Belgio, Germania e di recente in Francia. Le zone più a rischio in Italia sono le fasce submontane e montane di Alpi e Appennini con estate umida e fresca e inverno non troppo rigido. In ambienti protetti o irrigati il patogeno potrebbe insediarsi anche al di fuori di queste aree.
N. neomacrospora attacca oltre 30 specie del genere Abies incluso abete bianco (A. alba), abeti mediterranei (A. cephalonica, A. nebrodensis, A. nordmanniana, A. numidica, A. pinsapo) e specie esotiche coltivate in Europa per uso ornamentale e per alberi di Natale (A. nordmanniana, A. lasiocarpa). Può infettare anche abete rosso e douglasia, sui quali però non sono riportati danni di rilievo.
Non sono stati identificati abeti resistenti e nemmeno trattamenti chimici efficaci. La più efficiente forma di lotta è prevenire l’introduzione e la diffusione. Si ritiene che N. neomacrospora sia veicolato dai semi e per questa via sia stato introdotto in Europa. Può essere trasportano anche su piante vive, alberi di Natale, rami tagliati di conifere provenienti da paesi dove è presente.
È cruciale ricorrere a materiale vegetale da aree esenti, controllato e certificato. Un monitoraggio assiduo aiuta a individuare i cancri precocemente.
Nei vivai di alberi di Natale e abeti europei o esotici conviene tenere le specie suscettibili separate, per ostacolare la diffusione del fungo, e distruggere le piante infette. Se le piante tagliate restano a terra il fungo può sporulare e diffondersi.
Autori:
Luisa Ghelardini: DAGRI UNIFI. E-mail:
Paolo Capretti: DAGRI UNIFI. E-mail: paolo.capretti@unifi
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