Addio al “doppio vincolo” paesaggistico sugli interventi selvicolturali
Approvato l'emendamento che toglie il doppio vincolo ai boschi che ricadono in aree di interesse...
La crisi climatica sta mettendo a rischio il successo delle nuove piantagioni arboree e arbustive. Se fino a pochi anni fa le irrigazioni di soccorso potevano essere limitate a 2 o 3 nel corso del periodo estivo, recentemente il numero è sensibilmente salito. Nel 2022 le alte temperature e la scarsità di piogge estive hanno costretto i gestori delle nuove piantagioni a somministrare fino a 8 o 9 irrigazioni per contenere la mortalità che, in certe aree, si è rivelata ugualmente superiore al normale.
Considerando che la fase di insediamento degli apparati radicali delle piante può richiedere mediamente da 2 a 3 stagioni vegetative, l’aumento dei costi di gestione connessi alle irrigazioni e alla sostituzione delle piante morte nei prossimi anni potrebbe divenire insostenibile.
È quindi importante trovare soluzioni pratiche per ridurre il numero di irrigazioni e contenere al contempo la percentuale di piante morte per stress idrico. Il Gel Idroretentore di cui si tratta in questo articolo può rappresentare una delle soluzioni da prendere in considerazione.
Si tratta essenzialmente di polimeri idroretentori biodegradabili che vengono proposti e utilizzati in campo agricolo per contenere i costi di irrigazione e ottenere produzioni migliori nella coltivazione di orticole come pomodori, angurie, meloni, cipolle, patate e simili.
Il polimero assorbe l’acqua d’irrigazione, quella piovana, quella capillare presente nel terreno e l’umidità dell’aria nel suolo per poi rilasciarla alle radici delle piante. I produttori dichiarano una capacità di ritenzione potenziale pari a circa 300 volte il peso del Gel allo stato anidro. Ciò significa che 1 g di polimero può trattenere potenzialmente fino a circa 300 g di acqua. Naturalmente si tratta di un valore indicativo della potenzialità del polimero, che può variare in funzione delle caratteristiche del terreno.
Il Gel si degrada del 15-20% all’anno, quindi, secondo i produttori, si può giungere a una biodegradazione totale in circa 4 – 6 anni, a seconda del tipo di suolo e delle condizioni ambientali. La biodegradazione produce acqua, ammoniaca e anidride carbonica.
Il prodotto può essere fornito in 3 differenti granulometrie: fine, media e grossa. La granulometria da utilizzare dovrebbe essere inversa rispetto a quella del suolo. Quindi granulometria fine dove prevale la sabbia, granulometria grossa dove prevale l’argilla e granulometria media negli altri casi.
In Italia risultano 2 distributori del prodotto: uno in Veneto e uno in Lombardia. Il materiale può essere fornito in confezioni monodose, essenzialmente rivolte all’attività florovivaistica o hobbistica, oppure in confezioni sigillate da 1 a 5 kg o più.
Al momento della scrittura di questo articolo il prezzo, a seconda dei quantitativi e delle caratteristiche della fornitura, si colloca indicativamente tra 25 e 30 €/kg.
I produttori consigliano di mescolare non più di 3 grammi di polimero per decimetro cubo di terreno che viene collocato nella buca, in prossimità dell’apparato radicale delle piantine, all’atto della messa a dimora.
A titolo di esempio, se si è prodotta una buca di 20 cm di diametro e 30 cm di profondità, tolto il volume del pane di terra della piantina, si possono mescolare al terreno fino a 10 g di polimero. Il costo indicativo, nel caso di buche delle dimensioni sopra descritte, è di circa 0,25-0,30 € per pianta.
Per offrire un ordine di grandezza dell’efficacia dei polimeri idroretentori il Centro Studi Agrea (https://agrea.it/) ha impostato una semplice sperimentazione su barbatelle di vite. Dal monitoraggio di 3 situazioni comparabili è risultato quanto rappresentato nei grafici 1, 2 e 3 e in Tabella 1. Dalla lettura di grafici e tabella, in estrema sintesi, si ricava che la presenza del polimero idroretentore, a 28 giorni dell’ultima irrigazione, ha un effetto molto positivo nel mantenere la vitalità delle barbatelle e, in parallelo, può averlo nel ridurre la frequenza delle irrigazioni.
I risultati mostrati dalla prova sulle barbatelle sono molto incoraggianti. È però importante valutarli con prudenza e non prenderli alla lettera, sia perché si tratta di una sperimentazione molto circoscritta, sia perché i valori riguardano il caso specifico di un ben preciso tipo di barbatelle di vite e non specie arboree o arbustive normalmente impiegate nelle piantagioni urbane, periurbane o rurali, produttive od ornamentali.
C’è quindi un grande spazio per la ricerca poiché l’impiego del Gel Idroretentore su piante e arbusti utilizzati nelle piantagioni urbane, periurbane e rurali è troppo recente per poter disporre di risultati solidi.
Tuttavia, se ancora non si è in grado di quantificare con precisione la riduzione del numero delle irrigazioni e quella della mortalità delle specie arboree e arbustive comunemente utilizzate nelle piantagioni, si può però affermare che l’impiego del Gel Idroretentore, nei quantitativi prudenziali consigliati dai produttori, dovrebbe determinare un vantaggio tangibile che lo inserisce tra le soluzioni da prendere in considerazione.
Questo articolo è tratto dal numero 165 di Tecniko&Pratiko: se vuoi ricevere a casa la tua copia cartacea e non perderti l’anteprima su questo e altri contenuti esclusivi, visita la sezione dedicata agli abbonamenti cliccando qui. Abbonandoti contribuirai a sostenere tutto il lavoro della redazione di Sherwood.
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