Addio al “doppio vincolo” paesaggistico sugli interventi selvicolturali
Approvato l'emendamento che toglie il doppio vincolo ai boschi che ricadono in aree di interesse...
Le disastrose conseguenze della tempesta Vaia e della successiva infestazione del bostrico tipografo hanno sollevato numerose domande nei gestori forestali delle Alpi, spingendoli a ricercare soluzioni innovative a problematiche note da tempo.
Un problema annoso che si è mostrato in tutta la sua gravità durante questi anni di gestione emergenziale è indubbiamente quello della piccola proprietà privata, spesso frammentata e in stato di abbandono che circonda o si colloca all’interno di proprietà pubbliche che, al contrario, sono spesso storicamente pianificate e attivamente gestite. In molti versanti colpiti dalla tempesta o dagli attacchi del bostrico è infatti oggi difficile sia intervenire dal punto di vista selvicolturale, sia realizzare la necessaria viabilità, proprio per la scarsa presenza di proprietà forestali accorpate su ampi comprensori boscati.
In Carnia questa situazione è evidente nella proprietà forestale pubblica gestita dal Consorzio Boschi Carnici: oltre 3.000 ettari certificati PEFC derivanti dagli antichi “Boschi banditi” della Repubblica di Venezia, caratterizzati in molti casi da inclusi privati o da aree confinanti con la proprietà pubblica che, proprio a causa della frammentazione, versano in uno stato di totale abbandono. Questo genera evidenti problemi gestionali e determina “buchi” nella pianificazione, non permettendo di valorizzare al meglio il patrimonio forestale locale ma anche diminuendo la resilienza dei popolamenti.
Per questo il Consorzio Boschi Carnici, grazie ad un bando regionale con fondi PSR, ha ideato un progetto di “economia forestale collaborativa” che punta ad una gestione forestale multiproprietario, dove le piccole proprietà private potranno “agganciarsi” a quelle pubbliche per condividere la pianificazione prima e i lotti boschivi successivamente. Questo per i privati non significherà ovviamente “perdere la proprietà” ma, al contrario, sfruttare la capacità tecnica, organizzativa e progettuale del Consorzio per avviare una collaborazione attiva tra pubblico e privato e così gestire in modo omogeneo aree boscate contigue che necessitano di cura e manutenzione. Questa collaborazione, basata sulla pianificazione forestale realizzata attraverso tecnologie avanzate e sulla gestione attiva e sostenibile di lotti omogenei, genererà reddito per i proprietari e porterà valore anche alla collettività, grazie ad un territorio forestale più resiliente ma anche, ad esempio, più fruibile dal punto di vista turistico-ricreativo e capace di generare diversi servizi ecosistemici che potranno essere valorizzati anche economicamente.
Una collaborazione basata sulla pianificazione forestale, realizzata attraverso tecnologie avanzate e la gestione attiva e sostenibile di lotti omogenei, che genererà reddito per i proprietari e porterà valore alla collettività.
Il progetto, chiamato “NETFo - Net of Forests”, vedrà coinvolte inizialmente due aree pilota caratterizzate da diverse situazioni gestionali. La prima area, ubicata nel territorio del Monte Rest, in una situazione di gestione ordinaria, la seconda, nel territorio di Treppo-Ligosullo, in una situazione emergenziale data da schianti da vento e attacchi diffusi di bostrico.
La scelta del Consorzio Boschi Carnici è stata di mettere in pratica questa proposta attraverso una metodologia sviluppata dalla Start-up innovativa toscana BlueBiloba, ovvero la piattaforma “Forest sharing” che negli ultimi anni è stata capace di coinvolgere oltre 650 proprietari forestali in tutta Italia, mettendo in rete oltre 13.000 ettari boscati. A partire dall’esperienza della Start-up toscana verrà realizzata una piattaforma dedicata alle esigenze del territorio, “Forest Sharing FVG”, che inizialmente nelle aree pilota, e poi potenzialmente in tutta la regione, permetterà di creare le basi tecniche e giuridiche necessarie alla gestione forestale multiproprietario.
In questa video-intervista la Direttrice del Consorzio Boschi Carnici Erika Andenna racconta il contesto, gli obiettivi del progetto e l’idea di portare anche in Carnia la piattaforma Forest sharing.
Lo scorso 16 dicembre a Tolmezzo (UD) il progetto NETFo è stato presentato alla cittadinanza e agli addetti ai lavori attraverso un convegno inaugurale e una tavola rotonda che hanno visto la partecipazione dei principali stakeholders del settore forestale locale.
Durante il convegno le parole chiave, ribadite più volte dal Presidente del Consorzio Boschi Carnici Luigi Cacitti e dal Direttore del Servizio Foreste e Corpo Forestale del Friuli-Venezia Giulia Rinaldo Comino, sono state “dialogo” e “progettualità”: ricostruire un dialogo tra pubblico e privato e, su questa base, sviluppare nuove progettualità condivise, è la sfida lanciata dal progetto in un momento di grande fermento per il settore forestale, anche a seguito della pubblicazione della nuova Strategia Forestale Nazionale.
“Dialogo” e “Progettualità” le due parole chiave del convegno: ricostruire un dialogo tra pubblico e privato e, su questa base, sviluppare nuove progettualità condivise.
La direttrice del Consorzio Boschi Carnici Erika Andenna ha posto invece l’attenzione sulla necessità di traguardare al futuro assecondando, già da ora, gli sviluppi tecnologici e procedurali che nei prossimi anni determineranno modalità di pianificazione e gestione forestale molto diverse da oggi. Occorre infatti tentare di superare le difficoltà del passato con strumenti innovativi e con un cambio di mentalità, che vedrà l’ente pubblico come animatore attivo di un territorio in cui anche i privati dovranno però essere protagonisti e vedersi riconoscere i tanti benefici che la gestione forestale sostenibile è in grado di generare per la collettività.
Guido Milazzo della Start-up Blue Biloba, ideatrice della piattaforma di Forest sharing, ha poi sottolineato come questo strumento sia flessibile e adattabile ai vari contesti territoriali: una “cassetta degli attrezzi” con la quale costruire, in ciascun territorio, le soluzioni più adatte.
Due importanti ospiti, Raoul Romano del CREA e Stefano Berti della Foresta Modello delle Montagne Fiorentine, hanno infine ampliato la discussione dalla gestione multiproprietario all’associazionismo forestale, rimarcando la necessità di creare reti tra istituzioni, imprese ma anche tra cittadini e associazioni locali per mantenere vitali i territori di montagna in cui la gestione forestale si inserisce.
La Tavola rotonda ha infine indagato a fondo opportunità e criticità della proposta progettuale di NETFo, generando un dibattito molto importante per iniziare i lavori con il piede giusto. Le parole chiave sono state in questo caso “cultura” ed “economia”: secondo gli addetti ai lavori se il progetto saprà ricreare una profonda cultura forestale nel territorio e generare vantaggi economici e sociali tangibili per proprietari e collettività, questa proposta potrà diventare un modello replicabile anche in altri contesti, regionali e non solo.
In questa video-intervista il tecnico forestale Alessio De Crignis, che collabora con il progetto NETFo per l’area emergenziale di Treppo-Ligosullo, racconta la situazione attuale e le prospettive.
Questo webdoc è stato realizzato nell'ambito del progetto NETFo - Net of Forest, coordinato dal Consorzio Boschi Carnici
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