Villetta Barrea: torniamo con i piedi per terra
di Luigi Torreggiani
Questa estate nel territorio del Parco Nazionale d'Abruzzo è andato in scena un aspro scontro tra gestione forestale e conservazione della natura. A stupire è stato l’oggetto della diatriba: un intervento selvicolturale - ancora da realizzare - con finalità antincendio, progettato dal Parco e finanziato dall'ex Ministero dell'Ambiente a favore della famosa pineta di Villetta Barrea, conosciuta per la provenienza della varietà italica di pino nero.
Non si tratta quindi di un taglio con finalità produttive, ma di un intervento di prevenzione pensato dai gestori di un’area protetta e da realizzare in una zona considerata critica, anche per la presenza di una strada molto frequentata, soprattutto nel periodo estivo. È da sottolineare infatti che l'intervento è stato previsto su una fascia di circa trenta metri a monte e a valle della strada stessa e nella vicinanza di numerose abitazioni a contatto con il bosco, quindi anche a rischio di incendio d’interfaccia. Si tratta di un classico diradamento dal basso, prevalentemente a carico delle piante più piccole, già compromesse nella loro vitalità, con rimozione della frazione arbustiva a più elevata infiammabilità.
A protestare denunciando l’inutilità o peggio la dannosità dell’intervento sono state numerose associazioni ambientaliste locali e nazionali insieme ad un gruppo di esponenti del mondo dei parchi e della conservazione. Il tutto è stato poi amplificato dalla scrittrice Dacia Maraini sul Corriere della Sera, attraverso un editoriale dal titolo emblematico: “Tagliare gli alberi non previene i roghi”. La scrittrice, evidentemente non bene informata, sostiene in pratica che la selvicoltura preventiva non sia efficace per proteggere i boschi dal rischio incendi, dato che il 99% degli stessi è di origine dolosa: semplicemente basterebbe più controllo. Peccato che, da un lato, le evidenze scientifiche mostrino il contrario, cioè l’utilità della selvicoltura preventiva da applicare in aree strategiche, non solo per frenare la propagazione delle fiamme ma anche - spesso soprattutto - come supporto alla lotta attiva; dall’altro, non è affatto vero che il 99% degli incendi in Italia siano dolosi: una parte cospicua è infatti rappresentata da quelli colposi, spesso innescati proprio lungo strade frequentate. Tralasciamo poi sull’accostamento, da parte della Maraini, di questo intervento alle problematiche di deforestazione in atto dall’altra parte del Pianeta, talmente fuori contesto da non meritare neppure un commento.
Non vogliamo entrare nel merito dello specifico intervento selvicolturale, tutto è migliorabile e le critiche costruttive sono sempre utili. Altri contributi dal taglio più tecnico-scientifico approfondiranno nel merito questi argomenti. Ma è indubbio come ancora una volta si sia preferita, da parte di alcuni - per fortuna non tutti - la polemica urlata, fatta di post dai toni discutibili e da titoli sensazionalistici, puntando tutto sull’emozionalità a discapito della complessità.
Crediamo che in questo momento storico, dove in Italia le emergenze ambientali sono spesso a rischio non tanto per tagli sconsiderati, quanto piuttosto per la minaccia dei disturbi naturali amplificati dalla crisi climatica, il dibattito debba svilupparsi su un altro piano, sempre tecnico-scientifico ovviamente ma molto più con i “piedi per terra”: la pineta di Villetta Barrea è a rischio incendi? Se sì, allora la selvicoltura preventiva in aree strategiche può contribuire a proteggerla. Di conseguenza, discutiamo con dati alla mano sul come impostare gli interventi e non, come spesso accade, buttandola in sterile polemica attraverso fotografie e numeri completamente decontestualizzati, come è stato fatto in questo caso.
Fare polemica è facile, prevenire gli incendi, oggi, è molto più difficile.
La risposta del Comitato per la difesa della pineta di Villetta Barrea
Il "Comitato Civico di Villetta Barrea per la difesa della nostra pineta" ha inviato alla Redazione una lettera di replica che qui pubblichiamo interamente, seguita da una risposta di Luigi Torreggiani.
Gentile dott. Torreggiani,
In merito al suo articolo, corre l’obbligo di informarla che a Villetta Barrea si è costituito un comitato civico per affrontare la questione di cui lei parla. Tale comitato, composto da persone che hanno da sempre condiviso con l’Ente Parco obiettivi e impegni finalizzati alla salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità, senza alcuna volontà di “fare della polemica inutile”, si è fatto promotore di un’iniziativa che ha ricevuto il sostegno e il plauso di importanti scienziati italiani quali Bartolomeo Schirone, Franco Tassi, Ugo Corrieri, nonché di una importante e nota scrittrice e intellettuale quale Dacia Maraini, sulle pagine del Corriere della Sera.
A Villetta Barrea si sono tenuti, in estate, interessanti conferenze delle summenzionate personalità del mondo scientifico e pubblici dibattiti tra la cittadinanza e la dirigenza del PNALM, dai toni tutt'altro che accesi od ostili, semmai appassionati. Lo stesso direttore del PNALM ha dovuto pubblicamente ammettere che nella presentazione del progetto antincendio c'è stato, da parte della dirigenza "un problema di comunicazione" nei riguardi della comunità locale.
Noi villettesi stiamo solo cercando, riteniamo legittimamente, di capire la ratio di un intervento di ingente portata sul nostro territorio, visto che stiamo riscontrando gravi inesattezze e omissioni. Ad esempio si sente dire (sempre dalla dirigenza PNALM) che la Pineta "Zappini" è frutto di rimboschimenti, quando manca qualsiasi documentazione relativa ad interventi del genere. Viceversa esiste, anche negli archivi del PNALM, una copiosa documentazione scientifica che dimostra come la Pineta Zappini sia una specie botanica endemica di primaria importanza, un relitto del Quaternario, secondo molti studiosi. Per non parlare delle fonti storiche (delibere decurionali, etc.), che ne attestano la presenza almeno dal XVII secolo.
E' inoltre ben strano che nel progetto di intervento selvicolturale sia del tutto assente una perizia geologica, visto che, dalla carta geologica del PNALM, redatta nel 1986, l'area in esame risulti sottoposta a vincolo idrogeologico, poiché interessata da ben due frane di rilevante intensità, che insistono direttamente sul centro abitato. Si tratta di una situazione geologica estremamente delicata, come dimostrano i frequenti smottamenti, lungo la SR 479, che attraversa la pineta, ogniqualvolta si verificano precipitazioni atmosferiche, il che sconsiglierebbe come minimo, ma è un mero eufemismo, di eseguire tagli boschivi nell'area, sia pure con nobili motivazioni.
Lei ha perfettamente ragione, si deve fare completa informazione, è compito di ogni buon giornalista e dovere di ogni cittadino, che ha tutto il diritto di porsi domande e di esercitare il dubbio, si tratta dell'essenza stessa della democrazia nella quale fortunatamente viviamo. E' buona regola non soffermarsi solo sui commenti e i toni dei "social", ma andare a fondo nelle questioni, per comprenderle correttamente. Il Comitato sarà ben lieto e disponibile, qualora potesse e volesse, di ospitarla a Villetta Barrea per un rispettoso confronto, invitarla a partecipare ai dibattiti organizzati dal comitato civico e magari, perché no, anche a fare una passeggiata nella nostra bella, antica e unica pineta.
Un cordiale saluto.
Il Comitato Civico di Villetta Barrea per la difesa della nostra pineta
Gentile Comitato,
grazie della vostra replica e soprattutto dell'invito a passeggiare nella pineta: credo che solo in bosco, di fronte alla realtà vegetazionale e delle scelte selvicolturali, in un dialogo rispettoso ma scientifico, con dati alla mano, tra esperti di varie estrazioni, si possa creare un confronto davvero costruttivo.
Quello che proponete è l'esatto contrario delle sterili polemiche amplificate dai social, delle foto "cucite ad arte" e degli slogan sensazionalistici, tutti elementi che, come sapete, non sono mancati in questa vicenda.
Quindi ben venga il confronto: anche tra le pagine della nostra rivista cercheremo di dare spazio a questo dibattito.
Nel frattempo vi invito a leggere il Dossier che abbiamo pubblicato su Sherwood dedicato alla selvicoltura preventiva antincendio, disponibile gratuitamente seguendo il link qui sotto.
Luigi Torreggiani
Alla discussione nata attorno agli interventi di selvicoltura preventiva antincendio nella pineta di Villetta Barrea si è aggiunto un altro importante e interessante punto di vista che è necessario affrontare: quello relativo alla comunicazione e alla partecipazione, elementi necessari per "costruire" un percorso virtuoso assieme alle comunità locali.
Segnaliamo l'articolo pubblicato da SISEF nel quale Raffaella Lovreglio e Paolo Machin aggiungono un un tassello fondamentale al dibattito.
"La salvaguardia dell’ecosistema forestale è l’obiettivo comune a tutti: dialoghiamo prima e meglio per decidere assieme tutte le possibili strade per raggiungerlo!"
La relazione di valutazione degli interventi redatta da SISEF
In data 13 febbraio 2023 SISEF ha reso pubblica la relazione redatta su richiesta del Parco Nazionale di Abruzzo Lazio e Molise (PNALM) per la valutazione scientifica degli interventi di cui sopra, riguardanti la pineta di Villetta Barrea.
La Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale prende una netta posizione a favore degli interventi previsti, volti a:
- ridurre la quantità e continuità dei combustibili di chioma per mitigare la severità di un incendio potenziale a tutela del bosco da seme e della sua funzione di protezione diretta;
- ridurre l’infiammabilità del comprensorio boschivo al fine di rendere più efficaci e sicure le attività di lotta attiva degli operatori lungo la viabilità e l’interfaccia;
Mettendo in evidenza inoltre come le scelte tecniche operate dal progetto e l’intensità dell’intervento siano prudenti, proprio in rispetto dalla destinazione dell’area e dalla grande variabilità di portatori di interesse.
SISEF auspica quindi che l’iter di approvazione e la realizzazione degli interventi preventivi progettati venga completato nel più breve tempo possibile al fine di evitare ulteriori ritardi di fronte a un rischio concreto e imminente, in modo che il PNALM possa adempiere alle attività di protezione della pineta e di incolumità della popolazione.
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