Addio al “doppio vincolo” paesaggistico sugli interventi selvicolturali
Approvato l'emendamento che toglie il doppio vincolo ai boschi che ricadono in aree di interesse...
Esempio di corteccia per rivestimento con il tulipier per uso esterno (per gentile concessione di Mr S. Greene, www.hctfmw.com, ©Hardin Creek Timber Frame and Millwork - USA).
di Marco Togni
Si tratta di superfici prodotte con ampie parti di corteccia, dette plance, staccate dal fusto dell’albero appena abbattuto, spianate, utilizzate principalmente come tali oppure applicate su pannelli di supporto di vario tipo. Chiamate anche “scandole di corteccia”, nella versione moderna sono utilizzate a protezione di edifici oppure per finiture di pareti in genere, sia per interni che per esterni.
Le capanne dei nativi americani delle zone più fredde erano coperte da cortecce d’albero, per protezione dagli agenti atmosferici. Questo tipo di rivestimento fu ampiamente utilizzato per gli edifici nordamericani, sia per le pareti che per le coperture, nel XIX secolo e ancora diffusamente nei primi anni del 1900. Da questo uso della corteccia di tipo tradizionale si sono evoluti alcuni prodotti (...e brevetti) che la impiegano tal quale oppure una volta installata su supporti lignei (telai o pannelli) a costituire delle superfici piane, componibili e di uso più agevole. Come per l’albero a cui apparteneva, la corteccia ha funzione di protezione dalla pioggia, isolamento termico, acustico e può migliorare anche la resistenza al fuoco nella parete di edificio sulla quale viene applicata.
La corteccia per rivestimenti prodotta dalle aziende nordamericane viene venduta nell’America del Nord intorno ai 70 - 150 euro/m² (7-14 US per ft²), ma il costo dipende fortemente anche dalla specie legnosa, dallo spessore, dalla larghezza, dall’eventuale uso di supporti lignei. Ad esempio se il pannello di supporto è realizzato con materiali isolanti (a base di particelle di sughero) il costo per il cliente può superare i 200 euro/m².
Questo prodotto deve necessariamente essere realizzato con corteccia estratta dal tronco, intatta e in plance quanto più larghe possibile.
Operazioni di decortica di tronco di tulipier (per gentile concessione di www.barkclad.com, ©BarkClad, Canton USA).
Per questa ragione la corteccia deve essere incisa ad altezze prefissate, tagliata e staccata (similmente alle plance di sughero, che vengono estratte dalla pianta in piedi), solamente da tronchi appena abbattuti di alberi ancora “in succhio” ovvero durante la stagione vegetativa. La corteccia così estratta, a forma cilindrica, viene spianata a forza poi in pressa a caldo o comunque trattata ad alta temperatura.
Fatta raffreddare e stagionare piatta, una volta squadrata può essere venduta tal quale oppure incollata su un pannello o installata su un supporto, appositamente fabbricato a forma di telaio. L’adesione a tali basamenti viene garantita da incollaggio (non adatto all’uso per esterni) o fissaggio meccanico. I pannelli compositi o fatti di semplice corteccia vengono poi indirizzato anche all’uso come rivestimento per esterni con i limiti indicati sopra.
Fattori determinanti per la scelta della specie sono l’apparenza della corteccia (colore, forma e fittezza delle creste, ecc.) e una rigidezza sufficientemente bassa. Per la qualità se ne valuta la continuità, l’assenza di difetti e la geometria (spessore e dimensioni). Il diametro del fusto legnoso da cui viene estratta deve essere abbastanza grande (oltre 25 cm). Diametri piccoli portano a cortecce di superficie ridotta, che si possono rompere nella fase di messa in piano perché con raggio di curvatura minore. In USA vengono impiegate: castagno americano (Castanea dentata), tulipier (Liriodendron tulipifera), betulla bianca e gialla (Betula papyrifera e B. alleghaniensis), ciliegio detto “fire cherry” (Prunus pensylvanica), il pino strobo (Pinus strobus), ecc. In Italia si ritiene che si potrebbero usare cortecce di tiglio, pioppo, frassino, ciliegio, ma al momento non ci risultano esperienze al riguardo.
In Italia questo prodotto non risulta disponibile, fatta eccezione che per il sughero, caratterizzato da una produzione attiva e con una consolidata filiera di valore, ma destinato ad altri usi. In Nordamerica molti tipi e assortimenti di questo prodotto sono già disponibili, mentre in Europa si stanno conducendo ricerche per l’industrializzazione.
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