Pillole forestali dall’Italia #31 - C'è bisogno di selvicoltura e altre notizie di gennaio
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Ciao a tutte e a tutti e benvenuti all'edizione numero 31 di “Pillole forestali dall’Italia”, l’appuntamento quindicinale che vi descrive e commenta 5 tra le principali notizie su foreste e legno in Italia selezionate dalla redazione di Sherwood, sia in forma scritta che come podcast.
Questa rubrica è sponsorizzata da PEFC Italia e FSC®Italia, che ringraziamo per aver scelto di sostenere il nostro lavoro.
Preferisci ascoltare o leggere?
Ecco la versione PODCAST (la trovi anche su tutte le piattaforme come Spreaker e Spotify):
Qui invece le notizie da LEGGERE:
LEGNO: UN PROTOCOLLO PER IMPLEMENTARE L’USO A CASCATA
Iniziamo il 2024 con la segnalazione di una pubblicazione interessante, che ci permette di aprire l'anno con una riflessione più ampia.
Nell’ambito del Progetto Life “CO2 PES&PEF” è stato recentemente pubblicato un breve ma denso documento intitolato: “Protocollo per l’incremento del prelievo del legno italiano e l’incentivo all’uso a cascata del legno”. Il tema è estremamente attuale, unendo mitigazione climatica e produzione di materia prima rinnovabile.
Il documento affronta le azioni necessarie per valorizzare il legno nazionale e promuoverne la trasformazione in prodotti durevoli, riutilizzabili e/o riciclabili a fine vita, in modo da permettere lo stoccaggio a lungo termine della CO2. Il Report intende quindi riaffermare il principio dell’uso a cascata del legno, ossia l’utilizzo di questa materia prima rinnovabile secondo i principi dell'economia circolare, destinando alla combustione soltanto i residui non altrimenti utilizzabili.
Il protocollo si focalizza soprattutto sulla sacrosanta necessità di incrementare la pianificazione forestale e sull’opportunità di strutturare maggiormente il mercato, promuovendo l’incontro tra domanda e offerta, la certificazione e il valore ambientale dell’utilizzo di legno locale.
Tuttavia - ecco la riflessione di fondo - il documento fa poco riferimento (probabilmente dandola per scontata), alla necessità di modificare gli interventi selvicolturali per raggiungere l’obiettivo auspicato. Interventi che non dovrebbero mirare soltanto a produrre tronchi di grandi dimensioni, ad esempio attraverso l’allungamento dei turni e la conversione dei cedui in fustaie, ma anche di elevata qualità tecnologica, caratteristica ottenibile con specifiche azioni spesso molto complesse dal punto di vista tecnico.
Non basta avviare all’alto fusto e allungare i turni, insomma. Occorre anche lavorare per incrementare pratiche selvicolturali volte a produrre assortimenti di pregio, come avviene in Paesi a noi vicini, ad esempio la Francia e la Germania, anche per le latifoglie.
Su questo tema centrale, in Italia spesso dimenticato o dato troppo per scontato, occorrerebbe dibattere molto di più. L'auspicato approccio a cascata non può che basarsi sulla diffusuione di una selvicoltura pensata anche per tale scopo. Selvicoltura che spesso, in Italia, è poco conosciuta e ancor meno applicata.
Per approfondire:
IL METAVERSO AIUTERÀ LE SCIENZE FORESTALI?
Alcuni mesi fa, su Sherwood numero 263, abbiamo pubblicato un Focus, a cura di Andrea Barzagli, intitolato “Le foreste nel metaverso” e dedicato alle opportunità che la realtà virtuale potrebbe generare in vari ambiti del settore forestale, in particolare nella formazione e nella didattica.
A stimolare l’uscita di quel focus è stata una pubblicazione, curata dal CREA Foreste e Legno assieme all’Accademia Italiana di Scienze Forestali, che ha raccolto i contributi di oltre 40 esperti per tracciare, come indica il titolo: “Prospettive e potenzialità della digitalizzazione del settore forestale in Italia”.
Una delle avanguardie di questo processo di digitalizzazione è quella relativa all’inserimento delle foreste nel “mondo parallelo” del metaverso attraverso i cosiddetti “Digital Twin”: i “gemelli digitali” in grado di rappresentare virtualmente entità fisiche viventi o non viventi, proprio come... esseri umani e foreste!
Su questo stesso tema è stato recentemente pubblicato un articolo sulla prestigiosa rivista “Trends in Plant Science”, a testimoniare la grande attualità dell’argomento. Tra gli autori dell’articolo anche Piermaria Corona, Direttore del Centro di Ricerca Foreste e Legno del CREA, che ha spiegato come il metaverso, mescolando realtà virtuale, realtà aumentata e realtà mista, possa rappresentare una grande opportunità per il futuro della ricerca forestale, permettendo di visualizzare dati biologici in 3D e 4D e offrendo quindi la possibilità ai ricercatori di “fare esperienza” dei dati e non solo di osservarli.
Come abbiamo sottolineato nel Focus di Sherwood, il metaverso potrà aiutare gli studenti nel campo della formazione universitaria forestale ma anche, ad esempio, gli operatori, per imparare in sicurezza le tecniche di lavorazione e l’uso di macchine e attrezzature. Questo studio ci conferma come anche la ricerca forestale sia già pienamente coinvolta da questa nuova rivoluzione digitale.
Collegandoci alla precedente notizia viene quindi da chiedersi se uno dei temi prioritari in cui sperimentare le opportunità del metaverso non sia proprio quella selvicoltura di qualità che ci viene richiesta da più fronti: quello climatico, quello ambientale e quello della bioeconomia.
Per approfondire:
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L’IVA SUL PELLET RIMANE AL 10% (PER 2 MESI)
Con il via libera definitivo del Parlamento alla legge di Bilancio, avvenuto a fine 2023, è stata confermata la riduzione dell’IVA al 10% sulle compravendite di pellet, ma solo per il primo bimestre del 2024, in pratica garantendola per tutta la parte centrale dell’inverno. Un dato interessante è che questa misura - costata circa 21 milioni di euro e che interessa oltre 2 milioni di famiglie che utilizzano questo combustibile per riscaldarsi - ha trovato un sostegno pressoché unanime sia dalle forze di maggioranza che da quelle di opposizione.
AIEL - Associazione Italiana per le Energia Agroforestali, ha commentato con soddisfazione la misura, sostenendo che essa, oltre ad alleggerire la spesa energetica delle famiglie, è anche di fondamentale importanza per promuovere l’emersione del mercato sommerso. Nel 2023, occorre sottolinearlo, la riduzione dell’IVA sul pellet ha contribuito a determinare una robusta discesa dei prezzi, che avevano raggiunto invece livelli molto alti precedentemente.
Archiviato questo risultato e riscontrata la volontà politica bipartisan di assecondare la diminuzione dell’IVA sul pellet, secondo Domenico Brugnoni, Presidente di Aiel: “Sarà ora fondamentale rendere la misura strutturale, garantendo maggior trasparenza al mercato e certezza agli operatori del settore, oltre a contribuire al processo di transizione dai combustibili fossili sancito dalla COP28, evitando l’importazione di oltre 10 miliardi di metri cubi all’anno di gas naturale ed accelerando ulteriormente il processo di decarbonizzazione del comparto termico nazionale”.
Di pellet, ma anche di legna da ardere, di cippato e più in generale di gestione forestale si parlerà a Progetto Fuoco 2024, la manifestazione che si terrà a Veronafiere dal 28 febbraio al 2 marzo 2024. Un focus particolare della manifestazione di quest’anno sarà dedicato all’innovazione, con 5 startup che presenteranno, nell’ambito dell’Innovation Village, interessanti soluzioni tecnologiche per proiettare il settore del riscaldamento nel futuro.
Per approfondire:
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AL VIA LE COMUNITÀ ENERGETICHE RINNOVABILI: UN'OPPORTUNITÀ PER LE BIOMASSE?
Negli scorsi giorni sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica è stato finalmente pubblicato il decreto che stimola la nascita e lo sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili e dell’autoconsumo diffuso in Italia, che dal 24 gennaio è a tutti gli effetti entrato in vigore.
Entro un mese circa saranno approvate dal Ministero, previa verifica da parte di ARERA - Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente e su proposta del GSE - Gestore dei Servizi Energetici, le regole operative che dovranno disciplinare le modalità e le tempistiche di riconoscimento degli incentivi. Successivamente il GSE, entro 45 giorni dall’approvazione delle regole, metterà in esercizio i portali attraverso i quali sarà possibile presentare le richieste.
Ci vorranno insomma ancora almeno due mesi per rendere il decreto operativo, ma facciamo un passo indietro per capire davvero di cosa si sta parlando.
“Una Comunità energetica rinnovabile o CER, è un insieme di cittadini, piccole e medie imprese, enti territoriali e autorità locali (incluse le amministrazioni comunali, le cooperative, gli enti di ricerca, gli enti religiosi, quelli del terzo settore e di protezione ambientale), che condividono l’energia elettrica rinnovabile prodotta da impianti nella disponibilità di uno o più soggetti associatisi alla comunità. L’obiettivo principale di una CER è quello di fornire benefici ambientali, economici e sociali ai propri membri o soci e alle aree locali in cui opera, attraverso l’autoconsumo di energia rinnovabile”.
Questa definizione fa parte di un elenco di domande e risposte (FAQ) predisposto da UNCEM, che da mesi sta spingendo politicamente per sviluppare le Comunità Energetiche Rinnovabili, soluzione molto valida, in particolare, proprio per i piccoli comuni montani. Un'opportunità spinta anche dal PNRR, che ha stanziato 2,2 Miliardi di euro per le CER realizzate nei Comuni con meno di 5 mila abitanti, con un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili.
Su questo tema si intravedono potenzialità anche per lo sviluppo di filiere corte legate alle biomasse forestali?
Il Decreto, nell’Allegato 3, parla nello specifico di “Impianti a biomassa” e spiega che, per poter accedere agli incentivi, essi dovranno recuperare l’energia termica prodotta (quindi essere impianti di cogenerazione - le CER al momento sono solo elettriche), utilizzare materiale di scarto di provenienza locale ed essere efficienti e poco inquinanti.
Bisognerà aspettare l'uscita delle regole del GSE per comprendere appieno questa nuova potenzialità, ma nel frattempo... è importante iniziare a studiarla!
Per approfondire:
UN VIDEO E UN PODCAST DE L’ALTRAMONTAGNA
Terminiamo con due curiosità.
Come probabilmente sapete, da alcune settimane è online un nuovo portale dedicato alle Terre alte chiamato “L’AltraMontagna”, con il quale noi di Sherwood collaboreremo costantemente su alcuni temi di attualità che coinvolgono alberi, boschi e gestione forestale.
In queste prime settimane già diversi articoli hanno affrontato il mondo dei boschi e del legno, ma in particolare ci piace segnalarvi un video e un podcast in cui come Sherwood siamo direttamente coinvolti.
Il video, della serie “Il versante nascosto” a cura di Pietro Lacasella, è dedicato agli alberi cresciuti sulla frana del Vajont. Viene mostrato il bosco nato sulla frana che ha ricoperto l’ex invaso artificiale ma soprattutto vengono mostrati degli individui arborei davvero particolari, sopravvissuti alla frana praticamente “galleggiando” sulla stessa durante il distacco; alberi oggi caratterizzati da forme quasi mostruose, che spingono a riflettere, in quanto veri e propri “monumenti vegetali alla memoria”.
Nel podcast, della serie “Un quarto d’ora per acclimatarsi” a cura di Sofia Farina, si parla invece dell’infestazione di bostrico tipografo sulle Alpi, in modo molto divulgativo, ma crediamo interessante per avere uno sguardo rapido sulla situazione.
Cogliamo l’occasione per suggerirvi di visitare regolarmente il portale L’AltraMontagna, dove troverete ogni giorno nuovi spunti dedicati al mondo delle Terre alte.
Per approfondire:
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