Pillole forestali dal mondo #01 - Il rinvio dell'EUDR e altre storie di dicembre
Benvenuti alla prima edizione di Pillole Forestali dal Mondo, l’appuntamento mensile per esplorare insieme a noi il mondo forestale fuori dai confini dell’Italia. Conosceremo attori, progetti, buone pratiche e risultati che potranno ispirarci e fornirci elementi utili anche per la gestione di alberi e foreste nel nostro Paese.
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Rinviata di un anno l’applicazione dell’EUDR
Il 14 Novembre 2024 il Parlamento Europeo ha approvato il rinvio dell’applicazione dell’European Deforestation-free products Regulation meglio conosciuto come EUDR, il Regolamento dell’Unione Europea che intende arrestare la deforestazione e il degrado delle foreste in tutto il Mondo. Dopo un tentativo di modificare in sette punti il Regolamento, è stato nuovamente approvato negli ultimi giorni utili di dicembre con la sola modifica della data in cui entrerà in vigore, passando dal 30 dicembre 2024 al 30 dicembre 2025. Le imprese medio-grandi avranno quindi ancora 1 anno per organizzarsi, mentre le piccole e micro-imprese inizieranno ad applicare il Regolamento dal 30 giugno 2026.
In Francia c’è un istituto di ricerca internazionale sulle piantagioni forestali
In questi anni di crisi climatica piantare alberi è divenuto un obiettivo per tanti enti, istituzioni e imprese. Il New Green Deal europeo ci invita a piantare 3 miliardi di alberi entro il 2030. Per questi e altri motivi molti sono disposti a investire risorse, ma non conoscono tecniche e ricerche connesse alle piantagioni. A questo proposito una risorsa interessante potrebbe essere lo European Institute of Planted Forest – IEFC. Fondato nel 1998 in Francia, oggi è una specie di hub sui temi delle piantagioni forestali che associa enti di ricerca, università, centri di formazione e organizzazioni professionali. L’IEFC è attualmente composto da 32 membri provenienti da 9 Paesi ed è aperto all’associazione di altri enti e organizzazioni da qualsiasi parte del Mondo purché interessati alla piantagione di alberi. L’Istituto in questo momento sta sviluppando ben 11 progetti internazionali, quindi conoscerlo meglio e associarsi può rappresentare una buona opportunità, non solo per aggiornarsi, ma anche per fare rete o partecipare a progetti sul tema delle piantagioni forestali.
Come il Canada incide sulla politica forestale nel Mondo
Già dall’inizio degli anni ’90 del secolo scorso il Canada ha dato origine, sul suo territorio, alle prime Foreste Modello che vennero ideate sia come strumento per risolvere conflitti tra vari portatori d’interesse, sia per favorire la partecipazione dal basso alla gestione delle aree forestali. Dopo alcuni anni, verificati i buoni risultati delle proprie Foreste Modello, il Canada ha esportato l’idea fuori dai propri confini, sostenendo sia sul piano organizzativo sia su quello finanziario, la nascita di ben 64 Foreste Modello in 4 dei 5 continenti del Pianeta. Così facendo il Canada investe conoscenze e risorse fuori dai propri confini e influenza il quadro internazionale facendo in modo che nascano e si sviluppino “comunità forestali modello” dinamiche, collegate in rete e capaci di collaborare tra di loro. Per il triennio 2023-2025 il Canada ha stanziato ben 18 milioni di dollari per sostenere progetti sulla Forest Restoration in tutte le Foreste Modello del Mondo. Nella strategia canadese saranno avvantaggiati i paesi in condizioni socio-economiche più difficili, ma, anche se in minor misura, pure le Foreste Modello degli altri paesi avranno opportunità per sviluppare propri progetti.
Dal Cile un’ispirazione per organizzare meglio il mercato del legno
In Cile molto di ciò che riguarda la gestione di foreste e le piantagioni arboree, così come la valorizzazione commerciale di prodotti e servizi, è tema di interesse dell’Instituto Forestal (InFor). Nato come progetto della FAO nel 1961, è stato costituito come Istituto nazionale dal governo cileno nel 1965. InFor è impegnato su molti fronti, tra cui quello dell’offerta di informazioni utili ai selvicoltori e ai proprietari di foreste per la commercializzazione dei propri assortimenti legnosi. All’interno del sito web di InFor si può trovare una mappa interattiva che monitora il settore della prima trasformazione del legno cilena. Usando il sistema di InFor, proprietari e imprese di utilizzazione possono individuare nella propria zona i potenziali acquirenti del legno, capire che tipo di trasformazioni fanno, quali specie arboree cercano, che volumi lavorano e come mettersi in contatto. Un ottimo servizio che se fosse sviluppato anche in Italia sarebbe prezioso per avvicinare i gestori di foreste ai trasformatori di legno.
Foreste pubbliche giapponesi: dalla terapia forestale alla lavorazione del legno
Lo Shinrin Yoku o bagno di foresta, così come la Forest Therapy, sono attività legate al benessere umano che hanno avuto origine in Giappone e che sono entrate nell’interesse di molte persone anche qui in Italia. In Giappone la Forestry Agency del Ministero Agricoltura, Foreste e Pesca, che gestisce 13 grandi foreste pubbliche, riporta nel proprio sito web le schede di ogni bosco in cui è possibile svolgere attività di terapia forestale. La curiosità che si segnala è che oltre alla Forest Therapy, in 5 delle 13 foreste pubbliche gestite dalla Forestry Agency i non addetti ai lavori e i turisti possono fare esperienza diretta di gestione forestale e di lavorazione del legno. Sapere come si sono organizzati sarebbe prezioso, magari per importare in Italia, oltre ai bagni di foresta e alla Forest Therapy, anche il modo di far appassionare i non addetti ai lavori alla Gestione Forestale Sostenibile.
La Nuova Zelanda contiene il rischio di “evasione” delle piantagioni di conifere
La Nuova Zelanda è famosa per la grande estensione di piantagioni di conifere a rapido accrescimento. Il Governo neozelandese è però anche molto attento alla conservazione della biodiversità, tanto che ha fatto una scelta “segregativa” proteggendo le aree ad evoluzione naturale e separandole da quelle in cui è possibile produrre legno con piantagioni coltivate intensivamente. Ci sono però zone di contatto in cui è importante valutare il rischio che le conifere impiegate nelle piantagioni possano diffondersi spontaneamente nelle aree circostanti. Per questo, il Ministero delle Industrie Primarie, già dal 2015, fornisce agli arboricoltori le linee guida per il "Calcolo del Rischio di Diffusione delle Specie Invasive da Nuove Piantagioni". Le linee guida, per valutare il rischio, si basano su un sistema di punteggio incentrato su cinque indicatori:
- Capacità di diffusione della specie;
- Appetibilità della specie per gli animali;
- Posizionamento della nuova piantagione rispetto alla direzione del vento;
- Presenza o meno di attività di pascolamento;
- Densità della copertura arborea e arbustiva (che può ostacolare l’insediamento di specie eliofile).
Le linee guida includono alcuni esempi di stima del rischio riferiti alla douglasia e al pino di Corsica (che noi chiamiamo pino laricio). Sarebbe molto utile disporre di linee guida del genere anche per sperimentare specie arboree esotiche in Italia, magari nel tentativo di individuare quelle più adatte alla crisi climatica.
La corteccia salva la stagione ad un gruppo di selvicoltori sudafricani
Una curiosità dal sito web di South Africa Forestry Online, di cui vi lascio il link saforestryonline.co.za, dove si legge la bella storia di un gruppo di selvicoltori che, nel settembre 2024, ha rischiato di trovarsi economicamente in ginocchio dopo l’incendio parziale della fabbrica a cui fornivano legno di acacia. Hanno trovato modo di salvare la loro stagione valorizzando quello che prima era uno scarto, cioè la corteccia della stessa acacia di cui vendevano il legno. Un’impresa era infatti interessata a comprarla. Così, nell’ottobre 2024, a solo un mese dall’incendio dell’impresa di trasformazione legnosa, hanno predisposto la corteccia di acacia in fasci e l’hanno trasportata usando il loro camion per 550 km, ottenendo un risultato finanziario positivo. Differenziando hanno salvato la loro stagione di lavoro e, quando la fabbrica che ritirava il legno sarà ripristinata, non avranno più un solo mercato, ma due.
Si segnala che questa bella storia africana non è poi così lontana dalla realtà italiana, poiché la vendita di corteccia degli alberi potrebbe differenziare anche la produzione dei selvicoltori italiani, anche se raramente la prendono in considerazione. Infatti, anche in Italia, a parte la corteccia di sughera che sappiamo avere un mercato molto interessante, c’è chi ritira la corteccia di alcune conifere per farne pacciamatura. In molti supermercati si trovano, infatti, sacchi di corteccia di pino marittimo, di pino domestico, di larice e di altre specie a corteccia spessa a circa 0,25 € per litro (giusto per rendersi conto, un pino marittimo con un fusto di 45 cm di diametro e una lunghezza di soli 5 m ha circa 200 litri di corteccia e quindi un valore al pubblico, tutto compreso, di 50 €). Alcuni propongono anche la corteccia di latifoglie per la coibentazione di pareti, altri invece per usi decorativi.
Segnaliamo 4 importanti eventi internazionali avvenuti negli ultimi 6 mesi che, direttamente o indirettamente, riguardano la gestione di alberi, piantagioni e foreste. Per adesso indicheremo solo dove poter leggere le decisioni prese, in futuro potremmo tornare sulle singole decisioni per valutarne le ricadute sulla gestione di alberi e foreste.
Il primo evento, in ordine cronologico, è il Congresso mondiale dell’International Union of Forest Research Organizations (meglio conosciuta con l’acronimo IUFRO) che è stato intitolato “Foreste e società verso il 2050”. Si è tenuto in Svezia, a Stoccolma, tra il 23 e il 29 giugno 2024. Nel sito web IUFRO è possibile consultare tutte le relazioni video dei Keynote Speakers, le interviste ad oltre 40 tra i protagonisti del Congresso e accedere alla IUFRO TV Show in cui si trovano ancora documentari, film e interviste sui temi del Congresso.
Il secondo evento, sempre ben connesso ai temi della gestione forestale, benché mai citata nei titoli delle decisioni adottate, è la United Nations Biodiversity Conference, Indicata come COP 16 sulla biodiversità, che si è tenuta a Cali, in Colombia, tra il 21 ottobre e il 1 novembre 2024. Tema complesso e importante su cui sicuramente torneremo in futuro.
Il terzo evento è la ben nota COP 29 sul clima che si è tenuta a Baku, in Azerbaigian, tra l’11 e il 22 novembre 2024. In questo caso il tema è ancora più ampio di quello della COP 16 sulla biodiversità. Nel sito web delle Nazioni Unite è possibile trovare il discorso conclusivo della COP 29 tenuto da Simon Stiel e intitolato “Questo nuovo obiettivo finanziario è una polizza assicurativa per l’umanità”.
Su questo tema vi consiglio anche un articolo di Francesco Suman, in Italiano, pubblicato sul “Il Bo live” dell’Università degli Studi di Padova.
Concludiamo con una notizia di Andrea Barzagli di Compagnia delle Foreste, che tra il 4 e l’8 novembre 2024 ha partecipato a Barcellona alla Mediterranean Forest week, evento biennale organizzato da Silva Mediterranea, organo statutario della FAO. L’evento è stato ospitato dalla Mediterranean Facility dell’European Forest Institute. Particolare attenzione è stata data alla Restoration, declinandola al contesto mediterraneo che, nel 2024, è stato scelto come “World Restoration Flagship”. A proposito di questo tema si è sottolineata l’importanza di porre più attenzione alla “qualità” dei progetti, a quella delle azioni operative piuttosto che alla “quantità”. Sarà poi importante vigilare per evitare che i progetti calati dall’alto creino un impatto negativo sulle comunità. Attenzione anche alla diversità genetica, da integrare nelle scelte selvicolturali, e al ruolo fondamentale che ha nel garantire il futuro di molte specie forestali. C’è stato interesse anche ai boschi urbani, con focus sulla giustizia sociale e l’inclusività, per garantire che nel percorso intrapreso per rendere le nostre città più verdi, nessuno venga escluso. I quattro giorni si sono conclusi con la presentazione della roadmap per l’istituzione della Mediterranean Forest Initiative, che, basandosi sulle piattaforme, le reti e i partenariati esistenti, fornirà supporto scientifico e pratico a coloro che si occupano di foreste, clima, natura e protezione civile. Durante la sessione conclusiva è stato annunciato che la prossima Mediterranean Forest Week si terrà a Roma nella primavera 2027.
Per questa puntata di Pillole Forestali dal Mondo è tutto!
Alla prossima edizione!
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