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Cento anni di legislazione forestale moderna

Sherwood #263 - Cento anni di legislazione forestale moderna

Questa è l'introduzione del DOSSIER pubblicato sul numero 263 di Sherwood | Foreste e Alberi oggi, la versione integrale è disponibile solo per gli abbonati nella versione cartacea, nella APP e sul sito, come sfogliabile, mentre attendete che la vostra copia arrivi a casa. Abbonandoti non solo avrai accesso a questo e ad altri contenuti riservati ma contribuirai a sostenere tutto il lavoro della Redazione di Sherwood. Visita la sezione dedicata agli abbonamenti cliccando qui.

di Luigi Torreggiani - Redazione di Sherwood

Questo Dossier ha un luogo e una data di nascita ben precisi: Roma, Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, mercoledì 19 Ottobre 2022. Quel giorno, in quel luogo, sono andati in scena due diversi eventi. Il primo è stato la presentazione di un saggio, scritto da un professore di Storia del Diritto, Federico Roggero, intitolato “Alle origini del diritto forestale italiano. Il dibattito dottrinale dal 1877 al 1923”, seguita dalla relazione di un altro esperto di legislazione forestale, il Professor Maurizio Flick. Il secondo è stato invece l’inaugurazione di una piccola mostra, organizzata dalla Biblioteca Storica Nazionale di Agricoltura, dal Ministero e da noi di Compagnia delle Foreste, per celebrare i 200 anni delle “Regie patenti”, l’atto con il quale venne fondata nel nostro Paese l’Amministrazione per la custodia e vigilanza dei boschi. Una giornata dedicata al passato, alla memoria, che tuttavia, a detta di molti dei presenti, ha portato spunti più che attuali, addirittura rivolti al futuro.

Il saggio del Professor Roggero racconta la nascita del diritto forestale in Italia, ma non è soltanto una fredda cronaca di passaggi normativi. La storia degli anni tra il 1877 e il 1923, ovvero tra la prima legge forestale unitaria e la Legge Serpieri, è il racconto di un appassionante e fervente dibattito intellettuale che andò in scena, nel nostro Paese, attorno alla “questione forestale”. Protagonisti di quella stagione di fermento culturale e rinnovamento normativo furono personaggi straordinari, che seppero tradurre idee, proposte e intuizioni - oggi date quasi per scontate, ma allora assolutamente innovative - in una legge, quella del 1923, che cambiò il corso della storia forestale d’Italia. Forestali, agronomi, giuristi, accademici e un’associazione, la “Società Emiliana Pro Montibus et Sylvis”, che sulle pagine della rivista “L’Alpe” diedero vita a discussioni, confronti e riflessioni dei cui risultati godiamo ancora oggi.

La mostra era il tentativo di mettere in scena un’interessante “triangolazione forestale” tra passato e presente: ogni pannello conteneva infatti una delle splendide fotografie conservate dal Fondo fotografico della Biblioteca Storica di Agricoltura, una frase storica (spesso a firma di alcuni di quei protagonisti narrati da Roggero) e infine una riflessione sull’oggi, legata in particolare alla nuova Strategia Forestale Nazionale.

Nei corridoi del Ministero, quel giorno, si è respirato entusiasmo: quel tuffo nel passato non era stato retorico e commemorativo, aveva al contrario aperto la strada a riflessioni sull’attualità del settore forestale nazionale e delle politiche per la montagna. Perché la memoria non serve soltanto a mantenere vive in noi le nefandezze della storia, per non perpetuarle mai più. Serve anche a ricordarci che se qualcosa di positivo è accaduto, può succedere ancora.

E di positivo in quella stagione c’è stato tanto: un franco dibattito tra studiosi e intellettuali, che talvolta appare oggi sopito o guidato da logiche lontane dal confronto costruttivo; una politica molto più attenta del presente ai temi della montagna; una forma di ambientalismo ante litteram, quello della Pro Montibus, concreta, propositiva, attenta tanto alla tutela della natura quanto all’economia montana: anche questa, oggi, cosa assai rara. C’è stata, in definitiva, come suggeriva lo stesso Serpieri, una stagione di passione, “dedizione” e di “amore” tanto verso la montagna quanto verso “i montanari”: un’enorme lezione da apprendere dal passato, contestualizzandone ovviamente il momento storico, e da conservare per il futuro.

Nei corridoi del Ministero, quel giorno, qualcuno ha sussurrato una frase tanto semplice quanto necessaria: “Questa storia va fatta conoscere il più possibile, ai forestali di oggi e di domani, ma non solo...”: era la voce di Alessandra Stefani, Direttrice della Direzione Economia Montana e Foreste.

Così è nato questo Dossier, non solo per celebrare il secolo di vita della Legge Serpieri, ma soprattutto per fare memoria di uno spaccato fondamentale della nostra storia, da cui è possibile trarre insegnamenti, nozioni ed emozioni. E poi per riprendere, attraverso il coinvolgimento di numerosi esperti, il filo di un dibattito costruttivo sulla legislazione forestale in Italia, che ancora tanti passaggi può e deve muovere verso l’ammodernamento del settore e la sua sostenibilità, sempre basata su quei tre pilastri (ambientale, economico e sociale) che ben prima della moderna definizione ufficiale furono già chiari nelle menti innovatrici dei nostri predecessori.

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