Addio al “doppio vincolo” paesaggistico sugli interventi selvicolturali
Approvato l'emendamento che toglie il doppio vincolo ai boschi che ricadono in aree di interesse...
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di Silvia Bruschini - Redazione di Sherwood
Nelle utilizzazioni forestali, s’intende come “avanzato” o “spinto” il livello di meccanizzazione in cui il ciclo di produzione del legname viene svolto, tutto o in parte, con macchine operatrici specializzate o combinate (harvester, processori, forwarder, skidder, caricatori specializzati, ecc.). Queste sono in grado di aumentare fortemente non solo la produttività del lavoro, ma anche la sicurezza ed il comfort degli operatori; tuttavia, il loro uso intensivo può generare importanti impatti ambientali, soprattutto relativi all’erosione e alla compattazione del suolo.
Nonostante negli ultimi quarant’anni la meccanizzazione forestale si sia fortemente evoluta, il settore forestale italiano ha vissuto un relativamente limitato incremento del livello di meccanizzazione, sia per le caratteristiche territoriali (elevata pendenza e scarsa accessibilità) di buona parte dei boschi italiani, sia per la tipologia economico-strutturale di gran parte delle imprese forestali, che spesso non sono in grado né di sostenere i costi di acquisto delle macchine, né di garantire il volume di lavoro necessario per ammortizzarle.
Ma a cambiare le carte in tavola, a fine 2018, è arrivata la tempesta Vaia.
L’enorme quantità di legname danneggiato, dal vento prima e dagli attacchi di bostrico poi, ha rappresentato, nell’Italia nord-orientale, una sfida significativa per tutti gli attori della filiera foresta-legno e, in particolare, per le imprese boschive che si sono trovate a dover recuperare legname schiantato con elevate intensità di prelievo su vaste superfici. In questo contesto, l’utilizzo di macchine forestali specializzate (in aree con pendenze <40%) è stato determinante per garantire al contempo la sicurezza degli operatori e la rapidità di esbosco, necessaria per evitare il deperimento del legname.
Questa situazione emergenziale ha indubbiamente favorito, anche grazie a finanziamenti pubblici, l’incremento del livello di meccanizzazione, determinando altresì un cambiamento nei metodi di lavoro, non solo a livello operativo ma anche tecnico, amministrativo e di controllo. Per tutto questo, a sei anni ormai dalla tempesta Vaia, ci è sembrato utile proporre un Dossier sul tema della “Meccanizzazione avanzata”.
L’obiettivo, analizzando in particolare i grandi cantieri di utilizzazioni forestali, è stato di evidenziare capacità ed opportunità, ma anche problemi e criticità nell’uso di macchine operatrici, al fine di poter raccogliere le lezioni imparate e guardare al futuro, pensando al ruolo della meccanizzazione avanzata anche in situazioni ordinarie. Per questo non ci siamo concentrati unicamente sui cantieri “Vaia” e “bostrico” del Nord-Est, ma abbiamo cercato conoscenze e testimonianze relative anche ad altre realtà, come quelle appenniniche, dove si cominciano ad utilizzare macchine operatrici anche nei cedui (soprattutto per l’esbosco), e delle Alpi occidentali con un’esperienza di cantieri di ripristino dopo un grande incendio.
Consci però che, con la crisi climatica in atto, le emergenze legate a tempeste, grandi incendi e pullulazioni d’insetti sono purtroppo destinate a ripetersi, dovremmo iniziare a pensare anche al ruolo della meccanizzazione avanzata nelle situazioni ordinarie. Fondamentale sarà, ad esempio, valutare nuovi sistemi di contrattualistica, dotarsi di procedure e protocolli operativi chiari e comuni, stabilire percorsi formativi specifici per tecnici ed operatori, incrementare il valore degli assortimenti ritraibili dai nostri boschi, favorire un monitoraggio costante sugli impatti e sviluppare un confronto continuo tra ricerca e pubblica amministrazione.
La vera sostenibilità della meccanizzazione avanzata nelle utilizzazioni forestali è un’importante e complessa sfida a tutto tondo per il prossimo futuro, non solo delle imprese boschive, ma dell’intero settore forestale.
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