Addio al “doppio vincolo” paesaggistico sugli interventi selvicolturali
Approvato l'emendamento che toglie il doppio vincolo ai boschi che ricadono in aree di interesse...
Questa è l'introduzione al FOCUS pubblicato sul numero 270 di Sherwood | Foreste e Alberi oggi, la versione integrale è disponibile solo per gli abbonati nella versione cartacea, nella APP e sul sito, come sfogliabile. Abbonandoti non solo avrai accesso a questo e ad altri contenuti riservati ma contribuirai a sostenere tutto il lavoro della Redazione di Sherwood. Visita la sezione dedicata agli abbonamenti cliccando qui.
di Paolo Mori - Redazione di Sherwood
In certi casi, anche all’interno di uno stesso decennio, possono verificarsi cambiamenti importanti nella politica nazionale e locale così come nella disponibilità finanziaria pubblica. Il riferimento temporale, per i decisori, è la durata della loro carica. Se si tratta di Ministri, Presidenti di Regione o Sindaci si tratta di 5 anni; talvolta anche meno, soprattutto per i Ministri. Il mercato del legno, con l’accentuarsi degli scambi internazionali, ha subìto e subisce tutt’ora importanti oscillazioni di prezzo che possono verificarsi nell’arco di pochi anni. In certi casi, come dopo la tempesta Vaia, anche nel corso di pochi mesi.
Il periodo di riferimento per una foresta in cui ci sia bisogno di accrescere la mescolanza di specie, articolare la struttura orizzontale e verticale e/o migliorare la flessibilità nella risposta a esigenze sociali ed economiche differenti, è invece di alcuni decenni. In certi casi può superare il secolo. Molti soloni(1) della selvicoltura e della gestione forestale, immaginando che le finanze pubbliche siano sconfinate e che i decisori politici abbiano carriere lunghissime, propongono soluzioni tecnicamente fattibili, ma solo in molti decenni e a patto che siano sostenute da finanze pubbliche. Non tengono quindi conto del fatto che le carriere dei decisori non sono lunghe a sufficienza e le finanze destinate alla gestione forestale non solo sono irrisorie rispetto al capitale boschivo di cui disponiamo, ma sono anche fortemente “intermittenti”.
Se non è possibile adattare l’organizzazione politica e finanziaria alle esigenze della gestione forestale, per avere continuità d’azione e di risorse si può pensare di adattare almeno la commercializzazione del legno che determina un flusso di denaro indispensabile alla continuità della gestione. Come detto in precedenza, anche i mercati cambiano, ma su di essi, almeno in parte, si può intervenire poiché ci sono sistemi per vendere a prezzi in crescita e aspettare quando i prezzi sono in calo, oppure per garantirsi continuità di prezzo per periodi relativamente lunghi Come mette in evidenza Imerio Pellizari in questo Focus, la soluzione non è quella di sospendere la selvicoltura quando ci sono i prezzi bassi e riprenderla quando i prezzi si alzano, poiché i tempi burocratici e amministrativi sono spesso troppo lunghi. Si arriva sempre tardi.
Il contributo di Davide Pettenella ci fa capire come in contesti internazionali i proprietari e i gestori si siano organizzati per rispondere tempestivamente alle oscillazioni di domanda e prezzo. Le soluzioni per gestire le foreste con continuità, e non a intermittenza, ci sono.
La domanda che vogliamo porre con questo Focus è: perché in altre parti d’Europa e del Mondo si riesce ad avere continuità gestionale e, allo stesso tempo, risposte tempestive alle oscillazioni di mercato, mentre in Italia ciò non si verifica neppure nel virtuoso Trentino?
Le conoscenze e le possibilità tecnico-amministrative ci sono. Davide Pettenella ne ha scritto in maniera simile su Sherwood già 28 anni fa (n. 11 e 12). Ogni volta che le nostre imprese di trasformazione e i nostri commercianti si rivolgono al mercato estero, ci dimostrano che è possibile trovare risposte rapide. Chi immette legno sul mercato nel circuito internazionale ci batte sistematicamente. Come mai non riusciamo a capire la lezione e ad organizzarci di conseguenza? È solo un problema organizzativo e imprenditoriale? Oppure si tratta di “inerzia culturale”, simile a quanto evidenziato da Luigi Torreggiani nello scripta manent di questo numero di Sherwood? Potremmo utilizzare le risorse PSR per mettere in atto una delle soluzioni che propone Pettenella? I progetti di filiera PNRR finanziati dal MASAF potranno essere esempi da seguire e imitare? Il legno, se ben commercializzato, è e può essere la “risorsa finanziaria” in grado di permettere una gestione forestale continua e boschi migliori sotto ogni punto di vista, soprattutto se faremo selvicoltura per accrescere il pregio degli assortimenti. Organizziamoci e superiamo l’inerzia culturale e organizzativa che ci vede quasi sempre battuti sul mercato!
(1) Dicesi di chi presume di possedere il metodo infallibile per rimettere a posto situazioni difficili o compromesse.
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