Pillole forestali dall’Italia #16 - un’occasione per riflettere sulle biomasse e altre notizie di aprile
Ciao a tutte e a tutti e benvenuti alla sedicesima edizione di “Pillole forestali dall’Italia”, l’appuntamento quindicinale che vi descrive e commenta 5 tra le principali notizie su foreste e legno in Italia selezionate dalla redazione di Sherwood, sia in forma scritta che come podcast.
Preferisci ascoltare o leggere?
Ecco la versione PODCAST (la trovi anche su tutte le piattaforme come Spreaker e Spotify):
Qui invece le notizie da LEGGERE:
BIOMASSE: 5 GRANDI NOVITÀ (+1) DALLA REDIII
La terza notizia della scorsa edizione di questa rubrica era dedicata alla richiesta avanzata da tre associazioni italiane che si occupano di energia dal legno (AIEL, Fiper ed EBS) di abrogare la definizione di biomassa legnosa primaria nell’ambito della Direttiva REDIII, che avrebbe di fatto vietato di sovvenzionare la trasformazione energetica della biomassa proveniente dalla normale gestione forestale.
Ebbene, pochi giorni dopo l’uscita della rubrica, il cosiddetto “trilogo” tra Consiglio, Commissione e Parlamento Europeo ha raggiunto l’accordo finale sulla REDIII allargando di molto le maglie strettissime della vecchia definizione.
Per comprendere meglio le principali novità introdotte dalla REDIII in ambito di filiere legno-energia ci facciamo aiutare da un articolo pubblicato da Fiper - Federazione italiana produttori di energia da fonti rinnovabili che, ovviamente, essendo tra le associazioni firmatarie della lettera, ha commentato la nuova impostazione in modo positivo. Le novità sono pricipalmente 5:
- la biomassa legnosa dovrà essere utilizzata con approccio “a cascata”, in base al suo più alto valore aggiunto economico e ambientale;
- non sarà previsto nessun nuovo sostegno alla produzione di sola energia elettrica - decisione attesa da anni da molti osservatori - ad eccezione però del parco impianti già esistenti, a cui sarà garantita la continuità;
- in conformità con le leggi vigenti negli Stati membri, il materiale legnoso dovrà essere prelevato garantendo la qualità del suolo e la biodiversità, attraverso pratiche sostenibili;
- gli Stati membri dovranno includere nei loro piani nazionali per l’energia e il clima (PNIEC) dei “piani bioenergetici”, dimostrando così di mantenere il “carbon sink” previsto per ciascun Stato entro 2030;
- tutti gli impianti con potenza superiore ai 7,5 MW termici dovranno rispettare un risparmio di gas serra dell’80% rispetto a un’alternativa fossile, tenendo quindi conto delle emissioni derivanti da approvvigionamento e lavorazione della biomassa.
Ma c’è una sesta novità, più ampia e trasversale a tutti questi punti: la REDIII, così come impostata, sulla questione legno-energia lascia molto spazio agli Stati membri, che dovranno valutare, nei propri contesti, se l’uso della biomassa è da considerarsi compatibile con gli obiettivi climatici. Ogni Paese quindi, Italia compresa, dovrà avviare una seria riflessione tecnico-scientifica, oltre che politica, su ciascuno dei punti elencati.
Questo, lo speriamo davvero, potrà diventare una grande opportunità per aprire un nuovo momento di confronto su un tema delicato, complesso e talvolta anche controverso, che merita riflessioni approfondite ma serene, basate su dati solidi, che sappiano andare oltre a polemiche spesso fini a sé stesse.
Dal nostro punto di vista di giornalisti e comunicatori, ci teniamo a ribadire che storie come quelle raccontate nel nostro podcast di 6 puntate “UNA NUOVA filiERA” dovrebbero rappresentare, all'interno di questo dibattito, un modello da studiare e seguire. Se non lo avete ancora ascoltato, ve lo consigliamo nuovamente.
Per approfondire:
PAESAGGIO E SELVICOLTURA: UNA PROPOSTA AL MINISTRO
ProfessionItaliane, l’associazione che rappresenta le istanze dei professionisti italiani, alla quale partecipano diversi Consigli nazionali di ordini professionali, tra cui i Dottori Agronomi e Forestali, ha inviato una lettera di proposte al Ministro del Masaf Lollobrigida.
Tra le 5 proposte concrete inviate dai professionisti al Ministro, 2 sono prettamente forestali.
La prima riguarda il vivaismo: le professioni chiedono un rilancio dell’attività vivaistica attraverso più investimenti, maggior coordinamento, formazione, nuove norme e controlli.
La seconda, sulla quale ci concentriamo maggiormente, riguarda lo “snellimento dell’iter autorizzativo per la gestione boschi”. Detta così sembra una proposta molto generica, ma in realtà si tratta di un punto ben preciso, che in questi ultimi mesi e anni sta creando notevoli ostacoli alla gestione forestale: l’autorizzazione paesaggistica in aree a “doppio vincolo” secondo il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.
Si parla di circa il 35% dei boschi italiani, una superficie enorme, che oltre al vincolo “ex art. 142 lettera G” del Codice, hanno anche quello della “dichiarazione di notevole interesse”, in quanto ricadenti nelle aree “ex art. 136” del Codice stesso. In queste aree, al momento, è richiesta la valutazione paesaggistica per qualsiasi intervento selvicolturale e ciò comporta un allungamento dei tempi di autorizzazione e talvolta valutazioni molto discutibili da parte di Sovrintendenze che non hanno al loro interno competenze forestali.
La proposta di ProfessionItaliane al Ministro è molto semplice e pienamente condivisibile: togliere l’obbligo di autorizzazione paesaggistica dai boschi ricadenti in aree a doppio vincolo e considerare come “tagli colturali”, quindi esenti da autorizzazione, tutti gli interventi selvicolturali previsti ed autorizzati in base alla normativa in materia.
Una proposta di buonsenso per correggere una “stortura normativa” che rappresenta al momento, nella pratica, solo un aggravio burocratico e non una reale azione di tutela paesaggistica, dato che il paesaggio è esso stesso anche frutto delle attività agricole e selvicolturali che lo hanno plasmato e modellato nel tempo, portandolo a quella condizione che il Codide vuole tutelare. Non si tratta di cambiare destinazione d'uso, azione che avrebbe sicuramente un impatto paesaggistico e che deve giustamente sottostare a una valutazione e un'autorizzazione, ma di gestire i territori in continuità con quanto fatto fin'ora.
Sarà interessante capire se il Ministro Lollobrigida farà sua questa proposte e anche come, su questo tema delicato che si presta molto a strumentalizzazioni, reagiranno le opposizioni.
Per approfondire:
L’ALTO ADIGE HA UN’AGENDA FORESTALE PER IL 2030
La Provincia Autonoma di Bolzano ha presentato, lo scorso 30 marzo, la propria “Agenda Forestale 2030”, un “documento strategico per la selvicoltura altoatesina” che elenca azioni concrete da intraprendere nei prossimi sette anni per raggiungere gli obiettivi di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio boschivo locale, delle relative filiere e la neutralità climatica delle attività agro-silvo-pastorali.
L’Assessore alle foreste Arnold Schuler e il direttore della Ripartizione foreste, Günther Unterthiner, hanno illustrato i 7 campi d’azione su cui si concentra il documento: sostegno alle aziende forestali; resilienza delle foreste alla crisi climatica; promozione della biodiversità; potenziamento dei boschi di protezione; incremento dell’impiego del legno; tutela dell’acqua e del suolo; dialogo partecipativo con i cittadini.
Durante la presentazione sono stati illustrati inoltre dei numeri interessanti relativi alla filiera foresta-legno altoatesina: 2.900 imprese con 15.650 dipendenti, 23.000 proprietari di foreste (di cui solo 194 possiedono più di 100 ettari), 700.000-800.000 metri cubi esboscati all'anno.
All’interno del documento, oltre a una descrizione sulla situazione attuale, agli obiettivi strategici e alle azioni da mettere in campo per ciascuno dei 7 ambiti di riferimento, sono state inserite anche infografiche molto efficaci, capitoli con esempi virtuosi e box di approfondimento dedicati a come possono agire, nel quotidiano, i proprietari forestali. Una pubblicazione breve ma davvero ben fatta, utile da analizzare non solo per il suo contenuto ma anche per il metodo di sintesi e di presentazione dello stesso.
Come si può comprendere analizzando in dettaglio i 7 campi d’azione con i relativi obiettivi, la strada - in coerenza con gli obiettivi della Strategia Forestale Nazionale - è quella di cercare nuove ed efficaci forme di equilibrio, valorizzando sullo stesso piano i tre pilastri della sostenibilità: ambientale, sociale ed economico ed instaurando un dialogo più intimo con i cittadini, attraverso attività di comunicazione e partecipazione oramai imprescindibili.
L'Alto Adige è spesso considerato un "mondo a parte" per quanto riguarda la selvicoltura, per le evidenti differenze di contesto ambientale ma anche storico e culturale, che hanno portato nel tempo a una gestione forestale di stampo più produttivo. Leggere gli obiettivi e i campi d'azione dell'Agenda forestale per il 2030 ci fa capire quanto anche in questo contesto particolare stia maturando un'attenzione sempre maggiore alla questione climatica e a quella relativa alla perdita di biodiversità. Al tempo stesso, questo documento ci insegna quanto sia necessario per il futuro non perdere di vista il lato produttivo delle fliere legate al legno.
Un esercizio di sintesi davvero interessante che può essere d'ispirazione per tutti, anche a chi vive e lavora lontano dall'Alto Adige!
Per approfondire:
UN VIDEO D’ISPIRAZIONE: SUONO DEL LEGNO
Dopo tre notizie lunghe e complesse concludiamo questa edizione delle Pillole forestali dall’Italia con due suggerimenti un po’ più leggeri di visione e lettura.
Il primo riguarda “Suono del legno”, un breve video diretto da Samuele Giacometti e prodotto dall’Amministrazione Frazionale di Pesariis, in Carnia, che gestisce i boschi locali. Il filmato ripercorre a ritroso, in poco più di otto minuti, un viaggio che ha per protagonista il legno di risonanza di un abete rosso trasformato in un clavicembalo artigianale di elevatissima qualità acustica.
Una narrazione attuale che tuttavia affonda le sue radici lontano nel tempo, nella seconda metà del XIII secolo, quando il patriarcato di Aquileia concesse al villaggio di Pesariis il privilegio di gestire autonomamente il suo esteso territorio. Una storia di montagna, di bosco e legno, di cultura e tradizioni antiche che si mischiano con tecniche e metodologie avanguardistiche.
Lo abbiamo scritto di recente in un editoriale di Sherwood: oggi occorre raccontare la Gestione Forestale Sostenibile attraverso “nuovi occhi e nuove storie”: questo è un ottimo esempio, che unisce un’arte universale come la musica ai nostri temi, dimostrando quando il legno e la gestione dei boschi siano strettamente legati alle nostre vite.
Il video è da poco disponibile su YouTube e quindi vi consigliamo vivamente la visione, non solo per rilassarvi e conoscere una bella storia, ma anche per cimentarvi un esercizio utile: provate ad immaginare quante belle storie come questa sono nascoste nel mondo della gestione forestale, quello che vivete tutti i giorno.
Storie a cui spesso diamo poco peso, ma che possono avere un grande potenziale narrativo. Storie che prima vanno riconosciute nel quotidiano e che poi meritano davvero di essere raccontate. Pensateci!
Per approfondire:
LA BUONA GESTIONE FORESTALE INSEGNATA NELLE SCUOLE
La seconda curiosità più "leggera" di questa edizione delle Pillole è che il progetto Life SPAN, di cui noi di Compagnia delle Foreste siamo i partner responsabili per le attività di comunicazione, ha realizzato un “toolkit” dedicato agli insegnanti e agli studenti delle scuole primarie, per organizzare lezioni o laboratori incentrati sull’importanza della biodiversità forestale.
Questo toolkit è formato da diversi strumenti didattici: 6 video, una galleria fotografica, 4 schede di approfondimento, 2 infografiche e, infine, una storia illustrata, il secondo volume della nostra collana “Alla scoperta del bosco”!
Dopo “Alla scoperta della selvicoltura” siamo quindi molto felici di annunciare “Alla scoperta della biodiversità”, una nuova storia di bosco e gestione forestale per bambine e bambini.
La classe del Professor Boschetti, protagonista della serie, parte per una nuova avventura nei boschi, per scoprire questa volta come si classificano gli esseri viventi, chi ha inventato la “sistematica”, perché la biodiversità è così importante e come è possibile far convivere i servizi ecosistemici utili alla nostra società, compreso il legname, con la tutela di habitat e specie a rischio. In questo nuovo volume della collana verranno approfonditi tutti questi temi cercando anche analogie tra la diversità degli esseri viventi e l’unicità insita in ciascuno di noi: due grandi valori da conoscere e salvaguardare.
Vi consigliamo non solo di dare un’occhiata al toolkit, in particolare ai video e alla storia illustrata, ma soprattutto di condividere questo strumento, completamente gratuito, con chiunque conosciate nel mondo della scuola.
Se credete, come noi, che ci sia un enorme bisogno di raccontare alle giovani generazioni la complessità della relazione tra la nostra specie e gli ecosistemi attraverso parole semplici, storie divertenti, ma al tempo stesso informazioni scientificamente corrette e approfondite, allora usate questi strumenti, passate parola, suggerirteli e diffondeteli: è il miglior modo per dargli valore.
Per approfondire:
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