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Pillole forestali dall’Italia #45 - Sfide europee, progetti locali e altre notizie di ottobre

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Pillole forestali dall'Italia puntata 45

Ciao a tutte e a tutti e benvenuti all'edizione numero 45 di “Pillole forestali dall’Italia”, l’appuntamento quindicinale che vi descrive e commenta 5 tra le principali notizie su foreste e legno in Italia selezionate dalla redazione di Sherwood, sia in forma scritta che come podcast.

Questa rubrica è sponsorizzata da PEFC ItaliaFSC®Italia e UNIFOREST - Macchine forestaliche ringraziamo per consentire la diffusione gratuita dell'informazione forestale.

Preferisci ascoltare o leggere?

Ecco la versione PODCAST (la trovi anche su tutte le piattaforme come Spreaker e Spotify):

Qui invece le notizie da LEGGERE:

L’INIZIO DI UN PERCORSO O UNA “COPERTA VERDE”?

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Iniziamo con una notizia che ci ha fatto riflettere.

La scorsa settimana, durante una conferenza stampa, Sorgenia, uno dei principali player del mercato energetico rinnovabile italiano, ha lanciato un progetto che si occupa di foreste.

Chiamato “Rigeneraboschi”, vede importanti partnership con soggetti del nostro settore, coinvolti in attività di ricerca e monitoraggio attraverso una rete di “Tree talker” installati in cinque boschi, da nord a sud della penisola. Si tratta di PEFC Italia e Università di Milano. Il progetto, inoltre, è patrocinato dal Masaf.

Sul sito del progetto è dedicato molto spazio alla narrazione delle attività di ricerca e monitoraggio che verranno svolte e si trovano alcuni slogan d’effetto: “Abbiamo scelto di salvaguardare il patrimonio forestale italiano”; “il nostro impegno è diffondere consapevolezza sul ruolo dei boschi e della loro biodiversità nella lotta ai cambiamenti climatici”; “ci impegniamo a collaborare con Enti e Istituzioni che condividono i medesimi valori di gestione responsabile del patrimonio forestale italiano”.

Nella pagina del progetto non viene però spiegato il ruolo di Sorgenia all’interno del settore forestale nazionale. Un ruolo rilevante, dato che gestisce 3 grandi centrali a biomasse solide per la produzione di energia elettrica: Bando d’Argenta (22,5 MW) e Finale Emilia (12,5 MW), in Emilia-Romagna, e la nota centrale del Mercure in Calabria (35 MW). Nel complesso, come la stessa Sorgenia dichiara in un’altra sezione del proprio sito, questi tre impianti consumano ogni anno circa 700.000 tonnellate di biomassa, che in alcuni casi è prevalentemente agricola, in altri, come nel caso della centrale calabrese (circa 380.000 tonnellate annue di consumo), è in netta maggioranza di origine forestale.

Questo tipo di impianti, pur generando energia rinnovabile, è stato in passato aspramente criticato all’interno del nostro settore e non solo, per l’inefficienza energetica, l’insostenibilità economica e i grandi quantitativi in gioco, che rischiano di generare dinamiche ambientali e sociali poco controllabili. 

Da un progetto di chi si impegna a “salvaguardare il patrimonio forestale italiano” ci saremmo aspettati, all’interno della pagina web dedicata, almeno una riflessione trasparente sull’efficientamento della produzione energetica, sui criteri di gestione delle foreste coinvolte e sugli assortimenti avviati alla produzione energetica, elementi che, nel caso di molte centrali elettriche di grande scala, non sembrano proprio in linea con il recente Position Paper su “Gestione forestale e sostenibilità degli usi energetici delle biomasse forestali” firmato da molte istituzioni forestali italiane.

Visti i partner citati vogliamo essere ottimisti e siamo portati a pensare che questa collaborazione sia solo l’inizio di un percorso, volto ad un ripensamento complessivo del modello delle grandi centrali elettriche a biomasse. Ci auguriamo che essi siano vigili, per evitare che questa iniziativa si trasformi in una bella “coperta verde” con cui celare impianti dalle poche luci e dalle molte ombre.

Per approfondire:

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EUDR: L’ATTUAZIONE SLITTERÀ DI UN ANNO

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Altra notizia di strettissima attualità.

Come abbiamo prontamente annunciato su Sherwood grazie ad un articolo di Giammarco Dadà, la Commissione Europea ha formalmente inviato a Consiglio e Parlamento d’Europa la richiesta di proroga di un anno per l’attuazione del regolamento EUDR, che andrà a sostituire l’attuale EUTR allargando lo spettro d’azione anche ai prodotti a rischio di “deforestazione nascosta” e introducendo norme più rigide sulla tracciabilità.

La proposta della Commissione è di rendere cogente il nuovo Regolamento europeo sulla deforestazione a partire dal 30 dicembre 2025 per le grandi imprese e dal 30 giugno 2026 per le piccole e microimprese.

Questa richiesta è arrivata dopo importanti pressioni a riguardo. Ad esempio è stato addirittura il governo statunitense a chiedere all’Europa una proroga, sottolineando la mancanza di strumenti di base per garantire un’attuazione del regolamento e sottolineando i rischi per le aziende che esportano nel Vecchio continente. Più di recente si è fatta sentire la CEPF - Confederazione Europea dei Proprietari Forestali, con un documento in cui è stato evidenziato come, nelle attuali condizioni, “l’attuazione appare irrealizzabile e porterebbe all’uscita dal mercato di molte piccole imprese e la perdita di lavoro soprattutto nelle aree rurali”.

La Commissione, nel suo comunicato, ha spiegato che: “Poiché tutti gli strumenti di attuazione sono tecnicamente pronti, i mesi aggiuntivi serviranno da periodo di introduzione graduale, al fine di garantire un’attuazione corretta ed efficace”. Ora si attende la conferma della decisione anche da parte anche di Parlamento e Consiglio.

Concentrandosi sulle proprietà forestali e sulle imprese della filiera foresta-legno italiane, questi mesi in più potranno rappresentare indubbiamente un tempo utile per organizzarsi meglio, ma tutto dipenderà da come saranno utilizzati. Tolto l’elemento della fretta, ci sarebbe il tempo non solo per divulgare e conoscere in modo più approfondito gli adempimenti necessari, ma anche per sviluppare una riflessione sulle opportunità di questa nuova normativa per la filiera legno nazionale. Gli obblighi EUDR, come ad esempio la completa tracciabilità attraverso la georeferenziazione dei lotti, potrebbero infatti stimolare azioni di valorizzazione del legname di origine locale anche dal punto di vista comunicativo e di marketing, dato che il termine “deforestazione” viene spesso usato a sproposito per i normali interventi selvicolturali nel nostro Paese.

Avremo insomma un po’ di tempo in più, il tempo richiesto a gran voce da più parti: non lasciamolo scorrere nell’inazione, ma proviamo ad utilizzarlo a dovere. 

Per approfondire:  

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UN MODO DIVERSO DI INCENTIVARE LA GESTIONE FORESTALE

La scorsa settimana siamo stati a Terra Madre, il Salone del gusto di Slow Food, dove tra infinite prelibatezze abbiamo anche incrociato un progetto forestale molto interessante, che è stato lanciato proprio in questa occasione.

Si chiama “Robin Wood” e l’obiettivo non è "rubare legno ai ricchi per darlo ai poveri", ma bensì - leggiamo dal comunicato stampa di lancio - “rigenerare aree forestali e naturali attraverso interventi precisi, multifunzionali e localizzati, capaci di produrre impatti positivi certificabili e tangibili nel breve e medio termine”.

In pratica, Robin Wood è un servizio, basato su una piattaforma online, attraverso cui vengono presentati e proposti progetti concreti di gestione forestale o di conservazione della natura ad aziende interessate ad abbattere le proprie emissioni e a contribuire alla riqualificazione ambientale.

Le aziende interessate potranno “adottare” in tutto o in parte uno o più progetti (e quindi una o più foreste) e gli esperti di Robin Wood accompagneranno le stesse in un percorso di riduzione delle proprie emissioni, definendo una strategia climatica personalizzata anche grazie ad uno specifico tool di calcolo.

Il primo progetto presentato nel portale riguarda la gestione di un’area di circa 37 ettari in comune di Ostana, in Valle Po, dove l’obiettivo è il recupero di pascoli, attraverso diradamenti in un lariceto, la realizzazione di aree umide e il ripristino della viabilità rurale.

Insomma, un progetto concreto di gestione agro-silvo-pastorale che potrà essere sostenuto da aziende interessate a migliorare il proprio impatto non solo piantando alberi in pianura o in Paesi lontani, come và oggi per la maggiore, ma anche gestendo boschi locali e valorizzando territori rurali delle nostre montagne. 

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“Robin Wood punta a far incontrare una domanda e un’offerta che sono entrambe molto forti e ben definite, ma che al momento non hanno un facile punto di incontro”, spiega Giacomo Bergese, uno degli ideatori del progetto, “da un lato ci sono grandi superfici boscate che hanno una necessità di intervento, che sono letteralmente abbandonate. Dall’altro lato abbiamo una domanda crescente di aziende che hanno intenzione di impegnarsi seriamente nella mitigazione del proprio impatto attraverso azioni positive in ambito sociale e ambientale”

Lo spirito di Robin Hood si sente forte e chiaro in queste parole: noi, dalla "foresta di Sherwood", non possiamo che augurarci un successo dell’iniziativa!

Per approfondire: 

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IMPIANTI A BIOMASSE, TRA SEMPLIFICAZIONI E “BEST AVAILABLE TECHNIQUES”

E torniamo a parlare di biomasse a fini energetici, perché lo scorso 3 ottobre a Roma, presso la Camera dei Deputati, si è tenuta un’audizione informale delle Commissioni VIII (Ambiente, territorio e lavori pubblici) e X (Attività produttive, commercio e turismo) dedicata allo "Schema di decreto legislativo sui regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili". Il decreto punta a semplificare i processi autorizzativi per la costruzione e l’esercizio di impianti energetici rinnovabili e riguarda, evidentemente, anche gli impianti a biomasse legnose.

In un comunicato, AIEL - Associazione italiana energie agroforestali, che ha preso parte all’audizione, ha espresso il proprio apprezzamento per l’obiettivo del decreto di semplificazione, evidenziando tuttavia alcune criticità che potrebbero rallentare lo sviluppo del settore. Tra queste, l’introduzione per tutti i regimi amministrativi del titolo edilizio per l’autorizzazione e la costruzione degli impianti da fonti rinnovabili, che potrebbe gravare ulteriormente sulle amministrazioni locali allungando così i tempi di approvazione.

La Direttrice generale di AIEL, Annalisa Paniz, ha tuttavia espresso un apprezzamento generale per il decreto, che dal suo punto di vista: “Ha il merito di stimolare il ricorso alle migliori tecnologie disponibili a biomasse (BAT - Best available techniques) valorizzando il loro il potenziale strategico nel settore degli impianti termici civili e soprattutto nel settore degli impianti termici a servizio dei processi produttivi industriali, compreso il teleriscaldamento e la cogenerazione ad alto rendimento”. Secondo l’Associazione, infatti, una crescita strategica del settore delle biomasse legnose deve essere sostenuta anche nel settore industriale, grazie al calore di processo e la cogenerazione ad alto rendimento. Un simile approccio, secondo AIEL, contribuirebbe a migliorare la competitività delle aziende e del settore industriale, abbassando il costo dell’energia ed evitando l’importazione di oltre 10 miliardi di metri cubi annui di gas naturale.

Tornando alla prima notizia, se anche a livello legislativo di parla sempre più di "BAT", ovvero di "Migliori tecnologie disponibili" per quanto riguarda la produzione di energia da fonti rinnovabili, risulta quatomai strategico per il futuro ripensare a quei modelli di produzione di energia da biomasse improntati su tecnologie poco efficienti che anche l’Europa, non a caso, si propone di disincentivare attraverso l’applicazione della REDIII.

Per approfondire:

UNA PUBBLICAZIONE INTERESSANTE, DA FOREST EUROPE

Divagazione europea (ma importante anche per l'Italia!) per chiudere.

Mentre scriviamo queste Pillole, a Bonn, in Germania, è in atto la nona Conferenza di Forest Europe, il processo politico volontario pan-europeo nato nel 1990 per individuare strategie comuni per la gestione delle foreste del continente. Ad oggi Forest Europe unisce 45 diversi Stati più l’Unione Europea e opera attraverso tre macroaree di lavoro: Gestione Forestale Sostenibile, Rischi e disturbi naturali, Lavoro ed educazione forestale. Forest Europe pubblica inoltre diversi materiali informativi, tra cui il più conosciuto e importante è il “Rapporto sullo stato delle foreste europee”.

Ma dato che l’ultima Pillola è sempre un consiglio di lettura, di ascolto o di visione, veniamo al punto: durante la conferenza di Bonn è stata presentata da Forest Europe una nuova pubblicazione decisamente interessante, intitolata: “Le foreste europee sono adatte per un futuro sostenibile?”.

ForestEurope

Bella domanda, viene da dire… e la pubblicazione prova ovviamente a rispondere, attraverso 6 criteri guida e, per ciascuno, diverse “domande chiave” sulle politiche da attuare.

In 25 pagine in lingua inglese, con un linguaggio accessibile anche ai non addetti ai lavori, si trova un vero e proprio riassunto ragionato sulle principali sfide attuali e future per la gestione delle foreste europee nel contesto della crisi climatica e della transizione ecologica.   

Concludiamo consigliandovi ovviamente di scaricare e leggere la pubblicazione lasciandovi una frase presa dalle conclusioni della stessa: “Nonostante il crescente riconoscimento dell'importanza delle foreste europee, è giunto il momento di una discussione più completa e trasparente, volta a raggiungere un ampio consenso sociale come base per l'azione politica e il cambiamento. Il raggiungimento di tale consenso sugli obiettivi descritti e sui valori che li sottendono, nonché la volontà da parte di tutte le parti di cercare soluzioni, sembrano essere i prerequisiti essenziali per un'azione significativa e dinamica”.

Come non essere d’accordo. Viene sottolineata la necessità di una discussione ampia, completa, trasparente e trasversale a tutta la società: in pratica, si chiede più informazione e comunicazione forestale di qualità, un obiettivo a cui crediamo e a cui lavoriamo ogni giorno, anche grazie al supporto delle nostre abbonate e dei nostri abbonati. 

Per approfondire:

Due importanti segnalazioni finali dall'ecosistema comunicativo di Compagnia delle Foreste:

  • un nuovo libro: "Foreste e Società - Piccolo Dizionario di Gestione Forestale Sostenibile", acquistabile su Ecoalleco;
  • un nuovo podcast: "FOR.SA - Foreste e salute", dedicato alla Terapia forestale e ascoltabile gratuitamente sul nostro sito e su tutte le piattaforme podcast.

Per questa edizione di Pillole forestali dall'Italia è tutto!

Vi ricordiamo che anche voi potete contribuire a questa rubrica, inviando notizie di attualità su foreste e legno all'indirizzo:  

Alla prossima edizione! 

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