Addio al “doppio vincolo” paesaggistico sugli interventi selvicolturali
Approvato l'emendamento che toglie il doppio vincolo ai boschi che ricadono in aree di interesse...
Ciao a tutte e a tutti e benvenuti all'edizione numero 40 di “Pillole forestali dall’Italia”, l’appuntamento quindicinale che vi descrive e commenta 5 tra le principali notizie su foreste e legno in Italia selezionate dalla redazione di Sherwood, sia in forma scritta che come podcast.
Questa rubrica è sponsorizzata da FSC®Italia e PEFC Italia, che ringraziamo per aver scelto di sostenere il nostro lavoro.
Preferisci ascoltare o leggere?
Ecco la versione PODCAST (la trovi anche su tutte le piattaforme come Spreaker e Spotify):
Qui invece le notizie da LEGGERE:
Come avevamo anticipato alcuni mesi fa, nell’edizione numero 33 delle Pillole, in Europa si è sviluppato un acceso dibattito attorno all’ormai nota “Nature Restoration Law”, la legge che si pone l’obiettivo di recuperare il 30% degli habitat terrestri e marini considerati in un cattivo stato di conservazione entro il 2030, il 60% entro il 2040 e il 90% entro il 2050.
Nonostante questa legge sia stata molto osteggiata da più parti, dopo l’approvazione in Parlamento del febbraio scorso, il 17 giugno il testo è stato adottato ufficialmente anche dal Consiglio d’Europa, con il voto favorevole di 20 Paesi, l’astensione del Belgio e il voto contrario di Ungheria, Polonia, Paesi Bassi, Finlandia, Svezia e Italia. Ora è a tutti gli effetti una legge europea.
Secondo Etifor, Spin off dell’Università di Padova da sempre in prima linea a sostegno di questa iniziativa legislativa, si tratta di: “una sfida vinta per la conservazione della Natura a cui ora tutti gli Stati Membri sono chiamati a contribuire. La legge stabilisce infatti che entro due anni dalla sua entrata in vigore, ogni Stato Membro si doti di un Piano di Ripristino che mappi le necessità di conservazione del proprio territorio e identifichi le misure per arrivare a raggiungere gli obiettivi fissati dalla legge”.
Ma come impatterà questa legge sul patrimonio e sulle filiere forestali? Tutto dipenderà ovviamente proprio dalla mappatura contenuta nel Piano di Ripristino di cui anche l’Italia dovrà dotarsi. Nella legge si parla ad esempio della necessità di incrementare il legno morto in piedi e a terra e lo stock di carbonio organico delle foreste, di aumentare la presenza di foreste eterogenee in termini di struttura ed età, di migliorare la connettività forestale e l’abbondanza delle specie. Sostanzialmente, non si tratta di interrompere le attività produttive, ma di mettere in atto strategie selvicolturali “più vicine alla natura” (per citare le recenti linee guida europee su questo tema).
La “Nature Restoration Law” insomma, se ben recepita e finanziata a dovere, potrebbe rivelarsi un’occasione per stimolare quel cambio di passo auspicato anche nel nostro recente Manifesto, aprendo potenzialmente molti spazi di lavoro per professionisti e giovani laureati, anche in ambito urbano e in contesti oggi poco sviluppati come l’agroforestry o la gestione naturalistica della vegetazione fluviale, tutti argomenti affrontati dalla legge.
I timori sulla sua reale applicazione rimangono tuttavia ancora parecchi. Da un lato il nostro Governo - formalmente contrario alla legge - potrebbe frenarne il recepimento. Dall’altro, le superfici forestali potrebbero essere viste, come già accaduto in passato, come luoghi in cui “bilanciare”, con più vincoli e restrizioni, le “maglie larghe” da lasciare invece all’agricoltura, settore che nel complesso si è rivelato molto ostile alla normativa.
Proprio per tutto questo ci sarà bisogno di far sentire la nostra voce. La visione di questa legge, che cerca di tenere assieme conservazione della natura e attività socioeconomiche, è in linea con l’identità profonda di noi forestali e selvicoltori: vediamo allora di giocarci bene questa nuova partita!
Per approfondire:
A proposito di “far sentire la propria voce”, parliamo ora di professione, attraverso una sentenza del Consiglio di Stato connessa all’annosa “battaglia delle competenze” tra Dottori Agronomi e Forestali da un lato e Agrotecnici dall’altro.
Secondo una nuova sentenza del Consiglio di Stato, infatti, le mansioni rientranti nella categoria professionale dell’Agronomo e del Forestale (art. 2 della Legge 3/1976) e quelle previste per la categoria dell’Agrotecnico (art. 11 della Legge 251/1986) non possono ritenersi sovrapponibili.
“La sentenza del Consiglio di Stato evidenzia, per l’ennesima volta, che gli Agronomi hanno competenze che gli Agrotecnici non hanno”, ha commentato il CONAF in una nota stampa, “per l’ennesima volta il Consiglio di Stato si è trovato costretto a confermare l’ovvio, ciò che è scritto in modo inequivocabile nella normativa vigente”.
La sentenza del Consiglio di Stato è arrivata a seguito di un ricorso, presentato dal Collegio Provinciale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici Laureati di Cuneo, che aveva impugnato un bando di concorso indetto dal Comune di Cuneo nel 2020 per la copertura di un posto di Istruttore direttivo tecnico. Per questo posto di lavoro, tra i requisiti, era specificato l’obbligo di possedere anche l’abilitazione alla professione Dottore Agronomo e Forestale, cosa che non è piaciuta agli Agrotecnici.
“Nella sentenza il giudice conferma che la specifica attribuzione della materia della pianificazione territoriale e forestale è di specifica competenza dei soli Agronomi e dei Forestali e non è citata dalla normativa relativa agli Agrotecnici e Agrotecnici laureati”, ha dichiarato Daniele Gambetti, consigliere nazionale CONAF, “si tratta solo di una delle competenze esclusive di Agronomi e Forestali che la norma ci attribuisce”.
Se davvero, come auspicato nella Strategia Forestale Nazionale, dalla comunità scientifica forestale e da più Regioni e Province Autonome, nei prossimi mesi e anni si punterà molto più che in passato sulla pianificazione forestale a più livelli, questo conflitto di competenze potrà ripetersi più volte e in vari contesti. La sentenza legata al bando di Cuneo però non è isolata e la giurisprudenza sul tema è ormai più che consolidata: ci auguriamo quindi che finalmente si chiuda questa lunga diatriba e che le due professioni possano operare serenamente nei loro specifici ambiti di competenza.
Per approfondire:
Rimaniamo in tema di “voci del settore da far sentire” (alla politica in questo caso) con un’iniziativa del CONAIBO - Coordinamento Nazionale delle Imprese Boschive - che si sta impegnando in modo molto attivo per dare finalmente una definizione giuridica ai cantieri forestali.
CONAIBO ha infatti presentato una proposta di modifica al Testo Unico su Foreste e Filiere Forestali volta a dare piena attuazione, in ambito boschivo, del Decreto legislativo 81 del 2008 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Attualmente questa norma non prevede alcuna specificità per la fattispecie lavorativa dei cantieri forestali: una mancanza che, secondo CONAIBO, ha causato numerose distorsioni nella reale applicabilità delle norme di salute e sicurezza dei lavoratori.
“Mentre all'interno di un opificio manifatturiero o di un cantiere edile i fattori di pericolo sono tipicizzati, prevedibili e gestibili”, spiega Alberto Cadei, Direttore tecnico di CONAIBO, “in un cantiere forestale le fonti di pericolo per i lavoratori sono costantemente variabili e subiscono repentini cambiamenti all'interno del cantiere stesso (maltempo improvviso, rischio smottamenti terreno, posizione peculiare degli alberi, presenza di fauna, pendenza del suolo, presenza di ostacoli). È pertanto fondamentale specificare l'esistenza di tale tipologia di luogo di lavoro e identificare specifici rischi, nonché modelli di gestione e prevenzione dei rischi con particolare riferimento alle attrezzature utilizzate”.
Il CONAIBO chiede l’aggiunta, nell’Articolo 3 TUFF, di un comma contenente una definizione aggiuntiva rispetto alle numerose già esistenti: quella di “cantieri temporanei forestali o di utilizzazione boschiva”. Inoltre, viene chiesto l’inserimento di un articolo nel TUFF, il “10 bis”, formato da quattro commi. In questo nuovo articolo si prevede che per i cantieri forestali temporanei sia prodotto, da parte di un tecnico forestale abilitato, un certificato di regolare esecuzione dei lavori.
Citiamo allora nuovamente il nostro Manifesto - firmato anche dal CONAIBO - in cui si chiede esplicitamente che per tutti gli interventi selvicolturali, al di sopra di una soglia minima di superficie o di cubatura, sia previsto un progetto firmato da un tecnico, responsabile della loro esecuzione e adeguatamente remunerato a tale scopo. Tale progetto potrebbe contenere, oltre alle indicazioni selvicolturali, anche questa certificazione, facendo sì che numerosi “cantieri di raccolta del legname”, realizzati ancora troppo spesso senza le dovute attenzioni né alla buona selvicoltura né alla sicurezza, si trasformino finalmente in veri e propri “cantieri di Gestione Forestale Sostenibile”.
Per approfondire:
Mentre scriviamo queste pillole a Stoccolma è in scena il ventiseiesimo Congresso di IUFRO, l'Unione internazionale delle organizzazioni di ricerca forestale di cui fanno parte anche Istituti di ricerca, università e società scientifiche italiane.
In occasione del Congresso IUFRO è stata presentata un’interessante pubblicazione, che viene così aggiornata dieci anni dopo la sua precedente versione: si tratta del manuale “Comunicare le scienze forestali”.
“Nell’ultimo decennio si sono verificati cambiamenti significativi”, viene spiegato nella presentazione del manuale, “una rapida innovazione tecnologica, il cambiamento delle dinamiche globali e della geopolitica, una pandemia mondiale, fratture e ricostruzioni degli approcci comunicativi. L’intelligenza artificiale, le campagne di disinformazione, i podcast, i social media e il riconoscimento dell’importanza della comunicazione scientifica si sono evoluti”. Per questo era così importante l’aggiornamento del manuale, rivolto non solo a ricercatori e ricercatrici, ma a tutti coloro che sono interessati a trasmettere informazioni e narrazioni collegate al mondo delle foreste e della gestione forestale.
Il volume, in formato PDF e in lingua inglese, si sviluppa in otto capitoli, toccando in modo approfondito temi molto interessanti con riflessioni, spunti ed esempi degni di nota. Nel capitolo 8, tra i casi studio, vengono riportati alcuni esempi di comunicazione italiani: le diverse iniziative di SISEF, un’attività di FSC Italia dedicata al sughero in Sardegna e anche cinque esempi in cui siamo coinvolti noi di Compagnia delle Foreste: il documentario “Fire-smart stories”, il podcast giornalistico “VAIA - Alberi, esseri umani, clima”, il video “La scrivania di larice”, i libretti illustrati per ragazzi “Alla scoperta della selvicoltura” e “Alla scoperta della biodiversità” e infine la serie di articoli sul “Giro forestale d’Italia” realizzati in collaborazione con SISEF sulla rivista online LIFEGATE.
Esprimendo soddisfazione per questo piccolo grande risultato vi invitiamo a leggere questo manuale, in particolare se siete interessati a capire come il tema della comunicazione forestale - sempre più importante per “alzare la voce” del nostro settore - è vissuto e affrontato in ogni parte del mondo.
Concludiamo come sempre con due curiosità legate alla comunicazione, presentando due documenti provenienti dal Cluster Legno-Arredo-Casa del Friuli Venezia Giulia che, rimanendo ancorati al filo conduttore di tutte queste pillole, ci mostrano altri modi per far sentire la voce del settore foresta-legno.
Iniziamo dalla prima edizione del “Bilancio di sostenibilità” del Cluster, presentata pochi giorni fa. Si tratta di documento, rivolto a tutti gli stakeholder, contenente gli impegni e i risultati raggiunti in ambito sociale e ambientale.
“Il bilancio di sostenibilità rappresenta un momento di crescita per ogni società, ente o realtà che voglia assumere la responsabilità del proprio ruolo nel contesto in cui opera, per porsi l'obiettivo di migliorare costantemente e contribuire allo sviluppo sostenibile territoriale” ha spiegato Carlo Piemonte, il direttore del Cluster. Piemonte ha sottolineato anche come le aree montane del Friuli Venezia Giulia, con le proprie foreste e filiere del legno, siano viste come molto importanti all’interno della strategia di sostenibilità presentata nel documento: “sono parte integrante di un’idea di sviluppo sostenibile regionale del settore foresta-legno-arredo che, nella sua completezza, vede riuniti i vari anelli della filiera”. Il documento è davvero interessante e rappresenta un ottimo esempio di come un’azienda, un ente o un’associazione possano comunicare i propri obiettivi e risultati in campo ambientale e sociale in modo trasparente. Anche nel nostro settore, che tanto ha da dire sul tema della sostenibilità, si stanno finalmente facendo strada questi documenti e speriamo che il Cluster friulano del legno sia un apripista.
E apripista, questo Cluster, potrebbe esserlo anche rispetto ad un’altra bella pubblicazione, intitolata “Io sono legno”, dove viene raccontato “il viaggio dalla foresta alle nostre case” del legno regionale, presentando dati, mostrando gli attori coinvolti nella filiera e portando alcuni esempi concreti. Un bel volume, realizzato insieme all’altro Cluster regionale del settore, Legno Servizi, che rappresenta un ottimo biglietto da visita per il comparto.
Trasparenza e comunicazione sono le parole chiave che possono descrivere queste due pubblicazioni: due grandi temi che il nostro settore ancora fatica ad affrontare a dovere. Proprio per questo è utile scaricarle, osservarle in modo critico e pensare a come poterle replicare nel proprio contesto.
Per approfondire:
Per questa edizione di Pillole forestali dall'Italia è tutto!
Siamo arrivati all'edizione 40... e ciò significa che sono ben 200 le notizie che abbiamo raccolto e commentato in questa rubrica dalla sua prima edizione, del giugno 2022.
Cogliamo quindi questa occasione per dirvi GRAZIE di averci seguito in così tanti in questi due anni, sperando che la qualità dell'informazione proposta sia sempre stata all'altezza e prendendoci l'impegno di migliorare costantemente.
Vi ricordiamo a maggior ragione che anche voi potete contribuire a questa rubrica, inviando notizie di attualità su foreste e legno all'indirizzo:
Alla prossima edizione!
Inquadriamo le pratiche di terapia forestale nel contesto socioeconomico con un intervistata a Ilaria Doimo e Davide Pettenella che hanno approfondito questo tema attraverso studi e ricerche.
Rilievo di precisione della martellata con sistemi GNSS-RTK quale supporto alla progettazione di cantieri di utilizzazione forestale soprattutto in aree protette.
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Il nuovo Manifesto di EUSTAFOR invita a riflettere sul ruolo di esempio dei demani forestali pubblici
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