Addio al “doppio vincolo” paesaggistico sugli interventi selvicolturali
Approvato l'emendamento che toglie il doppio vincolo ai boschi che ricadono in aree di interesse...
Ciao a tutte e a tutti e benvenuti all'edizione numero 44 di “Pillole forestali dall’Italia”, l’appuntamento quindicinale che vi descrive e commenta 5 tra le principali notizie su foreste e legno in Italia selezionate dalla redazione di Sherwood, sia in forma scritta che come podcast.
Questa rubrica è sponsorizzata da FSC®Italia, PEFC Italia e UNIFOREST - Macchine forestali, che ringraziamo per consentire la diffusione gratuita dell'informazione forestale.
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Ecco la versione PODCAST (la trovi anche su tutte le piattaforme come Spreaker e Spotify):
Qui invece le notizie da LEGGERE:
Partiamo con questa edizione delle Pillole da un evento che si è appena concluso: a Padova, dal 9 al 12 settembre, si è svolto il XIV Congresso Nazionale della Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale - SISEF, intitolato “Foreste per il futuro”.
Sono state giornate intense, ricche di dati, informazioni, riflessioni, scambi e incontri, a cui come Sherwood abbiamo partecipato con tutta la redazione al completo. E di ritorno, da buoni "reporter", abbiamo cercato di raccogliere in diverse notizie alcuni dei principali stimoli arrivati durante i lavori congressuali. Non ci siamo concentrati in particolare sulle sessioni scientifiche, di cui sul sito della società sono già disponibili gli abstract book, ma sulle Tavole rotonde e gli eventi collaterali.
Una prima notizia racconta l’esordio, durante una tavola rotonda organizzata da ANARF, del nuovo direttore della Direzione generale economia montana e foreste del Masaf, Emilio Gatto, che ha recentemente sostituito Alessandra Stefani. Una seconda tratta dei dati svelati durante la Tavola rotonda dedicata all’emergenza bostrico, da cui si evince che la superficie danneggiata dal coleottero ha ormai superato, quasi ovunque, quella della tempesta Vaia. Un terzo contenuto riguarda invece un appello, nato proprio in seno al Congresso SISEF, per costituire in Italia un gruppo di lavoro sui castagneti da legno: boschi che potrebbero rappresentare un’ottima base per lo sviluppo di quelle filiere corte e locali così spesso auspicate da più parti. Un quarto articolo descrive l'iniziativa del "caffè scientifico" proposta dal progetto ForestValue2 con l'obiettivo di raccogliere idee e strategie per il futuro delle foreste urbane. Un quinto articolo è un'intervista a Renzo Motta sull'approccio "Closer-to-nature", tema che ha aperto il Congresso. Un sesto articolo mostra infine i nomi e le cariche del nuovo Consiglio Direttivo.
Altri articoli dedicati ai lavori del Congresso SISEF saranno pubblicati anche nelle prossime ore: vi invitiamo quindi a seguire il sito di Sherwood e la nostra newsletter per rimanere aggiornati.
Cogliamo questa occasione per fare le congratulazioni al nuovo presidente della società scientifica, Giorgio Matteucci del CNR - Istituto per la BioEconomia e a tutto il rinnovato Consiglio Direttivo, ringraziando il “past President” Renzo Motta e il Direttivo uscente per il grande lavoro svolto.
Il nostro settore ha bisogno di ricerca scientifica, di continuare a sviluppare un serio dibattito attorno alla Gestione Forestale Sostenibile che sia basato su dati e studi affidabili e su visioni innovative. Solo così potremo avanzare verso gli obiettivi della Strategia Forestale Nazionale contrastando anche le molte fake news che ancora troppo spesso avvolgono il nostro operato.
Concludiamo perciò questa prima pillola ribadendo il primo punto del nostro Manifesto per una selvicoltura più vicina alla natura: “Più selvi-CULTURA nella ricerca”. Un grazie a SISEF per i tanti stimoli in tal senso proposti in questo Congresso ma con l’auspicio di non fermarsi qui: c’è infatti sempre più bisogno di una maggiore concretezza nel trasferimento dell’innovazione tra il mondo della ricerca e quello operativo. Tanti passi avanti sono stati fatti, tanti altri sono ancora da compiere assieme.
Per approfondire:
Dalla ricerca scientifica passiamo al fronte amministrativo, con un’interessante proposta che arriva dal Piemonte.
Il Settore Foreste della Regione Piemonte ha infatti approvato un bando, relativo all’Intervento Agro-Climatico-Ambientale SRA 28.7 del nuovo CSR (Complemento Regionale per lo Sviluppo Rurale, quello che prima chiamavamo PSR) dedicato alla “trasformazione a bosco degli impianti di arboricoltura”.
Di cosa si tratta? La misura riconosce un premio annuale ad ettaro (mille euro ettaro/anno per dieci anni) al fine di trasformare gli impianti di arboricoltura da legno a ciclo medio-lungo, polispecifici e ubicati in pianura (quelli realizzati in attuazione del Regolamento 2080/92 o della Misura H del PSR 2000-2006) in boschi naturaliformi permanenti (considerati e vincolati quindi come ogni altro bosco ai fini legislativi). Alla domanda dovrà essere allegata la proposta di un Piano di intervento e mantenimento, con obiettivi e interventi da realizzare per avvicinare composizione e struttura dei popolamenti a quelle dei boschi potenzialmente rinvenibili nei territori circostanti.
“Mentre si assiste a numerose iniziative volte a piantare alberi”, spiega Lorenzo Camoriano di Regione Piemonte e Consigliere editoriale di Sherwood, “si osservano vecchi i impianti finanziati dalle politiche comunitarie e regionali tagliati e sgomberati per riconvertire i terreni a coltura agricola. Così l’idea è quella di mantenere, nelle aree di pianura a scarsa copertura forestale, alcune decine o centinaia di ettari di piantagioni con presenza di specie autoctone che già ora, a 20-30 anni dall’impianto, possono erogare servizi ecosistemici importanti. Tra questi c’è ovviamente anche la produzione di legno, che in alcuni casi potrebbe essere di pregio”.
La misura, oltre al Piemonte, è stata prevista al momento solo da Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto, ma appare decisamente interessante per superare il paradosso descritto da Camoriano. Le aree di pianura hanno indubbiamente bisogno di veder incrementata la superficie coperta da alberi e boschi: oltre a piantare alberi, quindi, perché non iniziare a salvaguardare e valorizzare l’esistente, che tra l'altro è stato finanziato per anni dalla mano pubblica?
Per approfondire:
Continuiamo a parlare di amministrazioni regionali (o meglio, provinciali in questo caso) e dalla pianura saliamo in montagna.
Come ogni anno, infatti, la Provincia Autonoma di Bolzano ha presentato la “Relazione agraria e forestale”, una pubblicazione con tantissimi dati e informazioni aggiornati all’anno precedente.
La relazione 2023, di circa 200 pagine, riserva una quarantina di pagine al macro-tema “Foreste, malghe ed economia montana”.
Tra i dati più interessanti ci sono quelli relativi all’assegnazione al taglio: 12.233 assegni di taglio stilati nel 2023 per un volume complessivo martellato pari a 1.713.514 metri cubi, di cui il 93,8% afferenti a boschi di abete rosso.
Come si evince dalla relazione, dalla tempesta Vaia in poi a prevalere nettamente sono state le utilizzazioni di legname colpito da calamità. Dal 2019 al 2023 sono stati infatti utilizzati, nel solo Alto Adige, 8,2 milioni di metri cubi di legname, di cui ben 6,7 milioni derivanti da legname schiantato (da vento o da neve) oppure bostricato.
Un grafico molto interessante, presente nella relazione, mostra la distribuzione percentuale della massa assegnata al taglio, per tipologia, dal 2019 al 2023: è interessante notare, negli anni, come il legname derivante da schianti da vento prima, da schianti da neve poi e da attacchi di bostrico più recentemente è quello nettamente prevalente. Sostanzialmente, negli ultimi cinque anni oltre l’80% circa del legname assegnato è derivato da disturbi naturali e solo il 20% dalle normali utilizzazioni pianificate.
Molto interessanti anche i dati relativi al settore vivaistico: nel 2023 sono state distribuite 447.097 piantine ai proprietari, pubblici e privati, e per i cantieri forestali realizzati in amministrazione diretta. Nel 2018 lo stesso dato era di 315.300: un aumento del 42% dovuto evidentemente alle nuove necessità portate proprio dal susseguirsi dei disturbi.
Nella relazione sono ovviamente presenti tantissimi altri dati: va dato merito alla Provincia di Bolzano di essere una delle poche realtà, insieme a Regione Lombardia, ad aver dato costanza, ormai da tanti anni, alla pubblicazione delle proprie statistiche forestali, in un formato facilmente fruibile e con un linguaggio adatto anche ai non addetti ai lavori.
Per approfondire:
Proseguiamo con una notizia importante che arriva da Roma, dove lo scorso 18 settembre, in un evento intitolato: "Smart Forest Monitoring" è stato presentato il progetto operativo del nuovo Inventario forestale nazionale italiano - IFNI 2025.
La presentazione si è tenuta presso il Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari (CUFA) dell’Arma dei Carabinieri alla presenza dei vertici del CUFA stesso, dei Comandanti Regionali dei Carabinieri Forestali e dei funzionari e tecnici delle Regioni e Province Autonome che insieme al CUFA realizzeranno l’Inventario.
Tra i presenti anche Piermaria Corona, Direttore del Centro di ricerca Foreste e Legno del CREA, la struttura scientifica che, come già avvenuto in passato, supporterà la realizzazione dell'inventario e formerà le squadre di rilevamento e gli addetti alle elaborazioni statistiche e al controllo di qualità. Presenti anche altri importanti partner scientifici, innanzitutto ISPRA, che con l'intervento di Lorenzo Ciccarese ha esposto la possibilità di inserire nell'Inventario degli indicatori dedicati alla biodiversità. E poi L'Accademia Italiana di Scienze Forestali, che con Gherardo Chirici ha illustrato l'utilizzo innovativo del telerilevamento applicato al nuovo Inventario, che sarà utilizzato per la spazializzazione dei dati e la produzione di mappe, una delle novità di IFNI 2025.
Secondo quanto riportato da un comunicato del CREA Foreste e Legno, rispetto alle precedenti edizioni il nuovo Inventario si distinguerà per tre elementi fondamentali:
Le basi del nuovo Inventario 2025 sembrano insomma molto interessanti, con forti elementi di innovazione che hanno la potenzialità di migliorare alcuni dei limiti delle edizioni passate: ora attendiamo curiosi e fiduciosi i primi risultati.
Concludiamo come sempre con un consiglio di lettura, di ascolto o di visione.
Questa volta vi segnaliamo due serie TV, molto diverse tra loro, che in queste settimane stanno andando in onda sulla RAI (Rai 3) e su DMAX (Canale 52) e che ovviamente sono rivedibili anche online o tramite Smart TV.
Iniziamo dalla serie di DMAX, di cui abbiamo già parlato più volte: "Undercut - l'oro di legno", che con uno stile indubbiamente un po' "spinto", ma interessante da diversi punti di vista, mostra il lavoro di quattro squadre di operatori forestali impegnate nel ripristino delle aree colpite da Vaia, dal bostrico e da altri disturbi naturali. La novità della settima edizione è la presenza di due nuovi team: uno bresciano ed uno romagnolo.
La seconda serie, su cui spendiamo qualche parola in più, si intitola "Opera verde" e secondo Etifor - lo Spin off dell'Università di Padova che l'ha ideata e promossa insieme al proprio servizio WOW Nature - "è il primo programma espressamente dedicato alla progettazione forestale come strumento capace di supportare l’armonia tra comunità ed ecosistemi".
Al centro della narrazione ci sono boschi particolari, gestiti con criteri di multifunzionalità, in cui vengono valorizzati servizi ecosistemici forestali non sempre raccontati a dovere.
“Non è solo un programma TV", spiegano gli ideatori, "ma un’iniziativa educativa che mira a sensibilizzare il pubblico, i soggetti imprenditoriali e le amministrazioni locali sull’importanza della sostenibilità ambientale e sui processi di miglioramento che possiamo attuare dentro e fuori il nostro ambito di azione. Attraverso racconti coinvolgenti e l’approfondimento di esperti del settore, la serie offre una visione dettagliata delle sfide e soprattutto delle possibili soluzioni alla crisi climatica grazie a progetti forestali efficaci e replicabili".
Guidati dal giornalista Emilio Casalini, gli spettatori sono portati ad esplorare tre foreste molto particolari:
Il nostro consiglio è di guardare entrambe le serie TV: vi forniranno un'ampia panoramica sull'enorme varietà presente nel "mondo forestale", mostrandovi quell'insieme caleidoscopico di sensibilità che caratterizzano il rapporto complesso e affascinante tra foreste ed esseri umani.
Per approfondire:
Due importanti segnalazioni finali dall'ecosistema comunicativo di Compagnia delle Foreste:
Per questa edizione di Pillole forestali dall'Italia è tutto!
Vi ricordiamo che anche voi potete contribuire a questa rubrica, inviando notizie di attualità su foreste e legno all'indirizzo:
Alla prossima edizione!
Inquadriamo le pratiche di terapia forestale nel contesto socioeconomico con un intervistata a Ilaria Doimo e Davide Pettenella che hanno approfondito questo tema attraverso studi e ricerche.
Rilievo di precisione della martellata con sistemi GNSS-RTK quale supporto alla progettazione di cantieri di utilizzazione forestale soprattutto in aree protette.
Il “silenzio del bosco”, condizione soggettiva di ascolto e attenzione contrapposto ad un ecologismo che spesso non tiene conto dei rapporti consolidati fra territori e residenti.
Intervista a Renzo Motta sull'approccio selvicolturale "Closer-to-nature", affrontato nel XIV Congresso SISEF
Associazione Arboricoltori ha organizzato due giornate di scambio di buone pratiche in arboricoltura.
Il parco macchine proposto è sempre crescente e comprende verricelli, teleferiche, gru, pinze, spaccatrici, seghe circolari e molte altre attrezzature per la movimentazione del legname e la prepar
Dal Giappone alle nostre foreste: come la terapia forestale è arrivata in Italia e quali opportunità può generare. Intervista a Federica Zabini (CNR) nell'ambito del progetto FOR.SA - Foreste e
Un editoriale apparso sul sito di Mountain Wilderness Italia intitolato "Non ci sono più boscaioli ed è un problema per tutti" spinge a ulteriori riflessioni.
Il nuovo Manifesto di EUSTAFOR invita a riflettere sul ruolo di esempio dei demani forestali pubblici
L'umanizzazione edulcorante della natura fa davvero bene al rapporto tra esseri umani ed ecosistemi? Una riflessione a partire da un articolo del Guardian.
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Nell'editoriale del numero 253 di Sherwood (2021) Luigi Torreggiani si interroga sul fatto che nell'acceso dibattito tra conservazione e utilizzazione c'è sempre un grande assente: la selvicoltura
Perché NON pianteremo 100 miliardi di alberi in breve tempo valuta criticamente la possibilità di mitigare la crisi climatica con la piantagione di alberi nelle aree periurbane di tutto il Pianet
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Pascale ci consegna un diario, un itinerario all’interno del suo “giardino botanico”, dove vengono raccontati i traguardi, ma anche i fallimenti e le debolezze di una vita intrecciata alle pi
Un video che ripercorre a ritroso il viaggio che ha per protagonista il legno di risonanza di un abete rosso trasformato in un clavicembalo artigianale di elevatissima qualità acustica.
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